mercoledì 20 luglio 2016

VIAGGIO IN STIRIA

VIAGGIO IN STIRIA          di Gianfranco Vecchiato

Graz: Emblema sul centro commerciale
Sono giunto a Graz, capitale del Land austriaco della Stiria  per rivedere questa città che è Patrimonio Unesco ed è stata nel 2003 Capitale per la Cultura. Graz possiede uno dei centri storici meglio conservati dell'Europa centrale ed è la seconda città per popolazione in Austria dopo Vienna.
Il Kunsthaus di sera

La ricordavo diversa. Ci sono rimasto due giorni e sono tornato a casa con qualche delusione. Intendiamoci, la città ha un indubbio fascino ed interesse. Alcune realizzazioni recenti, come il Quartiere Joanneum del 2011, che ospita il Museo di scienze Naturali e di arti visive, costruito su due piani sottoterra e dove si interconnettono gli spazi collaterali di tre edifici storici  progettato dallo studio  Nieto Sobejano Arquitectos  di Madrid e dal gruppo locale EEP  
Graz: Mumuth Progetto di Ben Van Berkel
UNStudio. Anno 2009
Mumuth: Interni
il noto Kunsthaus di Peter Cook e Colin Fournier del 2003, il "bruco" che si colloca sui tetti del centro antico e lo trasforma in qualcosa di magico ed un'opera del 2009, il Teatro di Arti e Musica Mumuth, progettato dallo studio olandese UNStudio e vincitore di una gara tra 212 partecipanti, con un auditorium per 650 posti, il Murinsel, l'isola artificiale che attraversa il fiume Mur ed ha un caffè e ristorante, sono tutte architetture di grande interesse. 
Da sole meritano una visita alla città. Ma la periferia è tormentata per chilometri da capannoni kitsch, con strutture della più varia foggia e forma, deprimenti  allo sguardo e che interrogano sui motivi di questa inesorabile omologazione nella evoluzione ambientale ed urbanistica delle città anche più sensibili a queste tematiche. E' la stessa impressione che ho avuto arrivando nei dintorni di Klagenfurt e di Villach, luoghi circondati da strutture di ogni misura e dimensione, tra piccoli edifici, distributori di benzina, pubblicità, che il verde ambiente circostante rende inaccettabili.
Graz: Joanneum interni
Kunsthaus: arch.P.Cook 2003
I piccoli paesi del vicino Friuli, in Italia, paiono meno
violentati da queste cose e le ricostruzioni del post terremoto del 1976 hanno anche consentito di mettere un po' di ordine alla disciplina urbanistica dei territori. Le cose cambiano attorno ad Udine dove si perpetuano filiere di strutture commerciali per chilometri mentre una sana pianificazione avrebbe mascherato con quinte arboree e definito dei perimetri ambientali di intersezione anche visiva tra queste lunghe e banali strutture commerciali.  Tutto questo corrompe in qualche misura i rapporti non solo ambientali ma culturali. Non è antistorico farsi quindi delle domande sul  modo schizofrenico  di esprimersi nel nostro tempo. Da una parte c'è grande attenzione ai particolari, dall'altra una totale confusione linguistica.
A Graz ho visto un buon arredo urbano anche se costruito in modo fin troppo disegnato. Non è  il frutto di arte popolare ma di architetture artificiali recenti e griffate. Il vero design è spesso un'altra cosa. Nota positiva sono i parcheggi interrati, anche in pieno centro storico, che aiutano a muoversi a piedi con disinvoltura. Nel cuore 
di Graz è stato poi realizzato un vasto centro commerciale, mascherato svuotando e poi modificando internamente gli spazi di edifici antichi che compongono un grande isolato storico e unito su vari piani anche   da percorsi di vendita tra fabbricati adiacenti. Sorge una domanda: si è pensato a cosa succederà se un giorno entreranno in crisi dei settori commerciali, e cosa comporterà  riutilizzare quegli antichi stabili, ormai legati fra loro? Si smonterà tutto o si potrà recuperare la coerenza originaria? Questo mi ha fatto riflettere a come i luoghi di una città si possano rielaborare e reinventare. Non bisogna esagerare perché  si possono falsare  altri rapporti delicati.  Quelli che ho visto tra il Duomo barocco
Graz:Joanneum Progetto  Nieto Sobejano Arquitectos
EEP Architekten
e le zone circostanti. Gli squilibri avvengono con l'andirivieni di auto, di gente che cerca qualcosa e poi torna
 indietro, dagli schiamazzi notturni di giovani che si sfogano con canti  ed urla a dispetto della severità di antichi edifici circostanti.  Essi sono la spia di un malessere che serpeggia tra il Rathaus imponente e la sua piazza dove si mescola gente di diversa provenienza e origine,  lambita dai colorati e silenziosi tram e dove alle fermate si sosta in cerca di qualcosa che non si trova più. E' quell'Austria Felix,  celebrata nella storia di una Mitteleuropa ora in agitazione perpetua che vede il mescolarsi di domande sul futuro dell'Europa. La storia che si legge  sui muri delle case e si cerca leggendo le lapidi, 
Graz: Commerciale tra edifici storici 
in stradine strette, sulla riva del fiume, mentre alla sera il Murinsel, si illumina di blu e sullo sfondo vigila il Castello emblema della storia di Graz. Da lassù si vede un panorama che si è modificato, esteso, con alti edifici che rompono la stratigrafia dei tetti in cotto. Mi sono chiesto cosa non ho quindi trovato in questa visita all'apparenza interessante e varia. L'ho capito  qualche giorno dopo il mio ritorno. Il problema non era a Graz. La mia delusione è l'aver constatato che la  omologazione dei riti del consumismo, la banalizzazione delle periferie, la  rottura ormai sancita tra il passato, forse troppo mitizzato, e un più labile presente, coinvolge anche le più avanzate città contemporanee dove c'è  una cartolina interiore che non parte più. Ci accorgiamo che si è fermata in una cassetta postale gialla, in questo caso modello Osterreich, che 
Graz: contrasti architettonici
alcuni anni fa fotografai come un elemento di  identità nazionale e che oggi ho spesso visto  rovinato dai graffiti. E' un piccolo  segno che anche qui è in crisi un comportamento sociale. E' importante rendersene conto perché vedere giorno per giorno ed anno per anno il mutare lento delle cose, porta ad una assuefazione che a volte impedisce di capire e di porre un freno alla discesa. E' quello che vedo anche nella mia città di  Venezia. Il turismo di massa sta uccidendo ogni cosa, e anzi lo ha già fatto, lasciando  spazio solo a tanta finzione scenica. Gli architetti e gli urbanisti non sono più colpevoli di altri. Ma hanno forse più motivi per non aver saputo quasi mai opporsi e cercare di invertire dei processi tumultuosi governati dalla globalizzazione dei mercati che  cerca l'anonimato delle coscienze.




Graz: Il castello di notte
Graz:  il Murinsel

Klagenfurt: parcheggio in centro storico
Strade commerciali 




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