lunedì 3 settembre 2018

BED & BREAKFAST

BED & BREAKFAST    di Gianfranco Vecchiato

Il Turismo a Venezia ha una presenza antica perché i mercanti e i benestanti erano di casa già secoli or sono. Le condizioni sono radicalmente mutate dalla metà del secolo scorso quando il tessuto residenziale e commerciale è stato attraversato dal benessere e dalla globalizzazione. Da fine '800 fu compiuto un grande sforzo edilizio per creare nuovi quartieri popolari a Venezia nei Sestieri di Castello, di Dorsoduro, di Cannaregio ed alla Giudecca. Poi un secolo fa si decise che le attività industriali avrebbero dovuto espandersi sulla terraferma lungo la gronda lagunare sud e che migliaia di veneziani appartenenti alle classi popolari avrebbero dovuto essere trasferiti nella nuova città giardino di Marghera od a Mestre.  
Occorreva, era scritto nelle relazioni urbanistiche comunali già dagli anni'30 e riprese con forza nel dopoguerra,  lasciar spazio ad attività economiche ed immobiliari più redditizie nei luoghi dove essi abitavano e/o intervenire anche per motivi igienici e di sovrappopolamento. Iniziò un esodo forzato ed indotto.    Insieme a tali progetti seguirono spinte sempre più poderose perché quel tessuto umano si dissolvesse gradualmente dando spazio ad attività di "monocoltura turistica". Oggi la mobilità è cresciuta in maniera esponenziale e Venezia è una meta mondiale quasi obbligata. L'Aeroporto di Tessera, unico in Italia, sta affrontando uno sviluppo tumultuoso con grandi investimenti per migliorare l'operatività dello scalo. Sul porto è sempre alta la discussione sulla creazione di un porto per le "Grandi Navi" da crociera che ancora transitano in laguna davanti al Bacino di S.Marco.
L'espansione di tale crescita è stata dirompente per l'equilibrio di molti centri storici. Quando parti urbane , sempre più estese, perdono i residenti sostituiti da turisti occasionali, anche le relazioni umane diventano più artificiali sottraendo qualità democratica alle scelte amministrative.   Le città non possono reggersi solo su Mostre, Convegni, Manifestazioni folcloristiche, commercio di oggetti ornamentali e di bigiotteria. Una città è un corpo vivo, pulsante, complesso, in costante dinamismo e in vivace contrasto, sui
Edilizia contemporanea alla Giudecca
Arch. C.Zucchi
bisogni di vita: la scuola, la sanità, i trasporti, i servizi, il commercio, la vita religiosa, le relazioni pubbliche e private, il mantenimento della propria cultura e delle proprie radici: la lingua, le parentele, le amicizie, le tradizioni. Tutto questo, pur in progressivo cambiamento, non doveva rompere la catena di equilibri che hanno visto in 13 secoli susseguirsi 4 milioni di veneziani, tra pestilenze, glorie militari, floridi commerci, capolavori d'Arte, consapevolezza del proprio passato e fiducia nel proprio avvenire. Ma questo è  sempre meno presente in città che pur mostra immagini da cartolina.  Il Turismo la sta uccidendo. Come muore una 
città? Muore quando perde le sue funzioni principali e sovente ciò accade senza che ci si accorga subito di quanto sta accadendo.. 
Poi un giorno si comprende. Ed è forse troppo tardi. Uscendo in  calle e trovando un altro alloggio diventato Bed & Breakfast, vedendo la cessata attività di un fornaio, di un macellaio, di un negozio di alimentari, di frutta, di giornali, di tanti riferimenti che costituivano il corpo economico ed il tessuto sociale di un campo, campiello, calle, Sestiere.
Non è una città vuota quella che vedono ma al contrario una costante e crescente presenza di persone, alcune curiose altre distratte, che sostano qua e là per qualche ora o per qualche giorno e poi se ne vanno in un incessante ricambio senza anima e  radicamento. Ci sono alloggi venduti a forestieri, italiani o stranieri che sono abitati per qualche settimana all'anno e per il resto sono posti in affitto turistico. Come il dottor Faust, molti hanno venduto la loro anima in cambio di denaro. Per limitare il dilagare di tale fenomeno a Londra gli affitti turistici in case residenziali,
Casa dei "Tre Oci"
non possono superare i 3 mesi all'anno. A Venezia perché non si potrebbe fare altrettanto? Domanda ingenua: quale Amministratore ha la forza di imporre questo se l'elettorato residuo è ormai per gran parte compromesso? il problema è andato fuori controllo anche per fattori imputabili alla responsabilità degli Enti Pubblici: il Comune e la Regione. Il Comune per aver liberalizzato circa 20 anni fa la possibilità del cambio d'uso a fini turistici, blandamente controllato e mal normato anche da una Legge regionale che non riconosceva la specificità di Venezia, omologandola al resto del territorio veneto.  

Si è innescato questo binomio: la espulsione di abitanti equivaleva  alla trasformazione d'uso per finalità turistiche.  Così l'arrivo incontrollabile di persone tutto l'anno, ha raddoppiato il punto di equilibrio giornaliero, indicato da alcune ricerche, in un massimo di 50mila presenze , e cioè l'equivalente degli attuali residenti nel Centro Storico di Venezia. Si è scatenata una corsa "all'oro", anche clandestina, di chi si è improvvisato imprenditore di se stesso. Secondo stime del Comune a Venezia (esclusa la Terraferma) ci sono strutture ricettive per 47.300 posti letto suddivise in 25.400 camere. Gli elenchi poi degli alloggi messi in affitto a Venezia con Airbnb risultano essere circa 7500. Ma altre centinaia o forse migliaia di appartamenti sono affittati abusivamente.  Si è cercato da parte del Comune, di controllare quanto avviene invitando i cittadini a segnalare irregolarità sul portale dellEnte Pubblico.
Questo fenomeno investe ormai anche la Terraferma e Mestre in particolare dove sono in pieno sviluppo nuovi alberghi per oltre 10mila nuovi posti letto e con previsioni in ulteriore crescita. La presenza massiccia, non coordinata e controllata di turismo "fai da te" , insieme a qualche beneficio per le spese dei turisti, sta trasferendo i suoi negativi effetti sulla qualità dei trasporti urbani divenuti insufficienti dato che migliaia di nuove utenze si accalcano alle fermate dei mezzi di trasporto pubblico. Per Invertire la tendenza occorrerebbe una consapevolezza
Il Ghetto 
generale dei cittadini ed una capacità dell' Amministrazione dotata di poteri speciali e specifici per Legge, che inverta coraggiosamente la tendenza, scontrandosi con interessi che sono intrecciati nel profondo della società veneziana. Non deve essere irrealistico immaginare un ritorno di residenti stabili a Venezia, invertendo una tendenza e ristabilendo un equilibrio demografico, assestando nel centro storico una popolazione di almeno 80mila abitanti stabili e di servizi adeguati alla normale vita di ogni giorno. Per far questo potrebbero certo essere utili nuove leggi ma specialmente il coraggio per attuarle. Ed è questo che lascia molti interrogativi al futuro.
Turismo di massa a Venezia

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