venerdì 11 luglio 2014

IL RISORGIMENTO


IL RISORGIMENTO               di  Gianfranco Vecchiato


Roma: Porta Pia 20 settembre 1870
Quadro di Carlo Ademollo (1824/1911)
"O Roma o morte ! " Il motto di Giuseppe Garibaldi rivolto alle sue "camicie rosse", che risuonò durante la battaglia dell'Aspromonte nel 1862 ed a Mentana nel 1867, ebbe il suo compimento il 20 settembre 1870 quando la 12^ divisione bersaglieri comandata dal generale Cadorna, aprì a cannonate una "breccia" sulle mura "Aureliane" ed irruppe nella millenaria Città. Quel giorno finiva il potere temporale dei Papi. Pio IX° che era stato eletto nel 1846, fu il 255° successore di Pietro e l'ultimo a regnare sulla "Città Eterna". Una Architettura si trovò a simbolo, dopo secoli di divisioni e di contrasti, degli ideali e delle pulsioni che attraversavano le magmatiche e tumultuose popolazioni italiane di allora:"Porta Pia". Era uno degli accessi nella cerchia muraria di difesa di Roma tra le ultime opere di Michelangelo Buonarroti, costruita fra il 1561 e il 1565 da Papa Pio IV° e che sostituì la non più funzionale Porta  Nomentana. Le Mura di Roma, che furono costruite a partire dal 270 d.C. in sostituzione delle Mura Serviane di epoca repubblicana, risposero all'esigenza militare di difesa dalle  
Roma  Porta Pia 1565
Michelangelo Buonarroti
crescenti minacce di invasione dei "barbari". Avevano un perimetro di 19 km ed una altezza media di 6-8 metri. Nel 403 d.C. furono ancora  innalzate fino a 11-15 metri, mantenendo il camminamento inferiore con feritoie per le balestre ed un altro  superiore merlato. Attualmente le  Mura ancora visibili coprono una lunghezza di circa 13 chilometri e davanti alla via Appia Antica si mostrano ancora con una scenografia che fissa Roma nel tempo di secoli lontani. Nel 1870 la vittoria della Prussia sulla Francia, aveva spianato all'Italia quell'evento che si aggiungeva ai mutamenti dei confini europei  con l'estendersi di tanti moti insurrezionali in diverse parti d'Europa. Quegli anni turbolenti  conobbero negli  Stati Uniti la feroce guerra civile che provoco' tra la popolazione e i  militari dei  due schieramenti oltre 620mila  morti e piu' di 400mila feriti. Il "Risorgimento" italiano si inserì quindi in un periodo storico  in cui si formarono nuovi Stati  e si diffusero nuove teorie. Le divisioni sociali, politiche e dinastiche che dalla caduta dell'Impero romno, avevano per oltre 1000 anni caratterizzato i territori della lunga penisola italiana, causarono tra il 1494 e il 1559, il susseguirsi di otto guerre per la spartizione e la "dominazione"straniera da parte della Spagna, Francia e Austria. Dopo allora, solo la Repubblica di Venezia, che non mancò di servirsi dei conflitti per i propri fini politici e il Ducato di Savoia, sotto influenza francese, rimasero indipendenti. 

Giovanni Fattori ( 1825/1908)
In vedetta ( 1872)
La splendida età dei "Comuni", in cui lo sviluppo delle Arti aveva seminato bellezze  tra le città italiane,  si interruppe per una lunga stagione di "servaggio" agli interessi di alcune Grandi Potenze Europee. Fu Carlo VIII, re di Francia e discendente di Maria d'Angiò, che accampando diritti dinastici sul Regno di Napoli e fattosi strumento nei contrasti fra gli Stati italiani, varcò  le Alpi con 20mila uomini e potenti artiglierie, mirando al Ducato di Milano e poi a Napoli. La storia ci dice che uscì male da quella avventura: fu sconfitto a Fornovo sul Taro, presso Parma, e costretto a rientrare in Francia. Ma quella vicenda aveva dimostrato le divisioni politiche fra gli Stati italiani e la loro debolezza militare, aprendo la strada ad altre invasioni. In quel periodo emerse la Spagna che acquisì potere e influenza sul Regno di Napoli, sul Ducato di Milano e sullo Stato dei Presidii, fra Toscana e l'isola d'Elba. Quella lunga "notte" politica non oscurò la Cultura italiana che comunque si espresse in diversi campi. Tuttavia reprimendo gli ideali di indipendenza rallentò l'emancipazione della Nazione e l'unità dell'Italia che il cancelliere austriaco Metternich, nel Congresso di Vienna del 1815 liquidò come una "espressione geografica". Ma stavano ormai maturando nuove condizioni storiche. A metà Ottocento, il piccolo ma solido Regno Sabaudo, unico territorio rimasto indipendente, che comprendeva le regioni del Piemonte, della Valle d'Aosta, della Liguria, della Sardegna e della Savoia, puntò prima all'obiettivo di una Confederazione di Stati ma, dopo il crollo del Regno dei Borboni ad opera di Giuseppe Garibaldi e del Granducato di Toscana, si aprì la strada per l'Unità nazionale. Avvenne 
Gerolamo Induno (1825/1890). Anno 1878:
La partenza dei coscritti nel 1866 
questo anche per la Confederazione Germanica, tra i regni di Baviera, di Sassonia, di Hannover, di Assia-Kassel..., che la Prussia li riunificasse, nel 1870. La "presa di Roma" è stata idealizzata come lo fu il periodo patriottico del Risorgimento.  Diversi pittori fissarono su tela quegli anni e quegli avvenimenti che colgono anche aspetti della vita quotidiana. Fra questi si distinsero i cosiddetti "macchiaioli", che furono precursori dell'impressionismo. Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Eleuterio Pagliano, Gerolamo Induno...Alcuni di loro presero parte attiva alle battaglie per l'Unità d'Italia e illustrarono non solo i cambiamenti sociali e storici  ma le frementi giornate di novità e l'emergere di nuove "classi"  che entrarono anch'esse nella storia .
L'Italia nel 1499
All'Italia unita si presentarono presto le durezze dei costi e dei problemi ereditati, con un modello "piemontese" imposto al sud, a volte in modalità coloniale. Infrastrutture carenti, analfabetismo, problemi sociali non frenarono lo slancio di nuova letteratura, di vasti impegni per questa grande impresa. Un tratto storico era stato tracciato, pur dentro ad un panorama di tragiche arretratezze. Lo scrittore siciliano Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896/1957), nel romanzo "Il Gattopardo", pubblicato postumo nel 1958, segna con una frase i dubbi dei vecchi poteri verso le "novità" : "Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi...". L'unità Nazionale favorì comunque una coscienza nuova nel Paese. Riassunta nel celebre quadro  di Pelizza da Volpedo, pittore nato nel 1868, dopo l'Unità italiana, che indica nel "Quarto Stato" nelle "masse" dei lavoratori, i nuovi soggetti sociali. Ma il periodo risorgimentale non appare finito nell'800, né dopo la prima guerra mondiale o dopo la caduta del fascismo. 
Telemaco Signorini
Scena in un paese italiano nell'800
E' per molti aspetti un  processo ancora in corso in forme e modi diversi. Nella diffusione della Cultura o di  Economie che promuovano maggiori equità sociali. Utopie? Ma questi furono elementi alle origini dei valori risorgimentali e che diedero forza, e forse illusioni, per il cambiamento e la costruzione della Nazione. Solo una loro piena attuazione e un costante rinnovamento può dare senso alla Storia passata ed al futuro. Anzi oggi quei fattori dovrebbero essere tra gli Ideali trainanti anche per una migliore nuova concezione di Europa e del senso comune che dovrebbe "rianimarla". 

Roma oggi
Porta Pia
 Mito Risorgimentale
Roma
Porta Pia foto del 1870
Roma: fotomontaggio fra ieri e oggi
a  Porta Pia
Illustrazione della
battaglia sull'Aspromonte
Giuseppe Garibaldi e Nino Bixio

Giuseppe Garibaldi
1807 / 1882
Papa Pio IX°
1792 /1878
La Lupa
Simbolo della nascita di Roma
Roma
Tratti di Mura Aureliane
Verso l'Appia Antica
Tratto della Appia Antica
Rivolta del 18/22 marzo 1848:
Le 5 giornate di Milano
Rivolta del 1848
Insurrezione di Venezia 1848/1849
Stampa: Insurrezione a Venezia 1848/49
Daniele Manin  in piazza S.Marco


Torre di S.Martino (BS)
Monumento sui luoghi
 della battaglia del 1859
Divisa storica 1859
Divise storiche del 1859
Interni della Torre di S.Martino (BS)
Vittorio Emanuele II°

Sbarco di G.Garibaldi in Sicilia


Incontro a Teano 1860
G.Garibadi e Vittorio E.II°
Giovanni Fattori
Autoritratto
1825 / 1908

 Scene di vita militare nella pittura italiana del XIX° secolo:
Eleuterio Pagliano (1826/1903)
La presa nel cimitero di Solferino (1866) 
Giovanni Fattori 
Giovanni Fattori

Giovanni Fattori
La Battaglia di Custoza del 1866 (quadro del 1880)
Giovanni Fattori





Giovanni Fattori
Il Riposo (1887)

Giovanni Fattori
Vita in campagna nell'800

Pelizza da Volpedo (1868/1907)
Il Quarto Stato (1901)
Il Quadro del Quarto Stato
rivisto in una pubblicità contemporanea:
La classe Media




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