lunedì 19 dicembre 2016

IL CAMPO

IL CAMPO                  di Gianfranco Vecchiato

Campo veneziano
Vittore Carpaccio 1475
Leggenda di Sant'Orsola
 Campo veneziano in erba
terreni agricoli attorno alle città sono diventati un simbolo del nostro tempo. Questi relitti di campagne abbandonate, a volte ancora coltivati, racchiudono storie antiche e dimenticate. I campi nella parola comune erano i luoghi del duro lavoro e della fatica e oggi sono i simboli che la terra è un elemento raro e non replicabile. Ogni anno si perdono nel mondo circa 30 miliardi di tonnellate di terreno agricolo. La perdita di sostanze organiche viene accentuata dal massiccio uso di fertilizzanti chimici e dalle  coltivazioni intensive.  Si riducono le superfici coltivabili  per l'estensione di  urbanistiche scoordinate e speculative.
Venezia: Campo S.Luca
Campo dei Gesuiti
La nostra Madre Terra viene svenduta al miglior offerente perché si è trasferito il "valore" della sua fertilità con il "valore" immobiliare. Un metro quadrato di terra agricola, se diviene edificabile sale di prezzo fino a lievitare di 15/20/30 volte e più. Potenti meccanismi di corruzione traggono dalla finanza immobiliare rapidi arricchimenti. Per filtrare e condizionare questi processi occorre dare massima trasparenza ai Piani Urbanistici, introducendo dei correttivi. Ne suggerisco alcuni. Il primo è di certificare in modo trasparente i valori delle aree agricole e di quelle immobiliari su ogni territorio. 
Venezia: Campo Santa Marina
Venezia: Campo dei Frari
Il Catasto può essere lo strumento per emanare tabelle pubbliche, che siano facilmente consultabili e aggiornate, in modo che siano evidenti i parametri di riferimento.  Non può essere che siano le tabelle delle agenzie immobiliari a indicare tali dati. Anche le libere regole di mercato non 
Consumo del suolo:
viabilità e campagna
possono essere gestite in maniera anarchica.  Occorre avere dati certi e coerenti per il patrimonio pubblico e privato anche per le necessità  degli espropri. Un secondo aspetto è dato dal valore di un terreno che si rende edificabile con i Piani Comunali. Il "vantaggio" economico che ne deriva deve essere comparato al beneficio che danno  le aree agricole per altre aree ad usi residenziali, commerciali e industriali.
Un terzo aspetto è dato dai piani del traffico e dei trasporti che incidono fortemente sulla qualità dei territori tra compatibilità e capacità di fare convivere infrastrutture nei diversi habitat.
Campo dei Tolentini
Giochi in campo a Venezia
Anni '50
Occorre saper leggere i dati, analizzare le tendenze e cambiare le previsioni quando essi non siano confermati dalle dinamiche demografiche. I piani devono essere flessibili, razionali e progressivi nel tempo.
Il quarto aspetto riguarda la ricomposizione di  segni, di limiti,  di confini sui perimetri e sui bordi dei territori di frangia. Nelle aree dove termina un agglomerato e ricomincia la campagna. Questo margine va ormai progettato, reso qualitativamente significativo, pulito
Campo S.Rocco
 dalle troppe incoerenze. Sarebbe necessario procedere a trasferimenti ed a demolizioni per il ripristino di aree  agricole quando vi siano zone abbandonate e incompatibili con l'evoluzione economica e sociale. Se guardiamo a Venezia il sistema di relazioni urbane ruotava attorno agli antichi  campi, punti della vita sociale e comunitaria.  Il Campo era il nucleo, fatto da uno spazio d'erba, coltivato ad orto od usato per pascolo, attorno al quale sorsero le case e le chiese, insieme ai pozzi per la comune raccolta dell'acqua.
Campo San Trovaso
Campo S.Pietro di Castello
In altri casi gli spazi vennero usati come luoghi di sepoltura e da qui deriva il loro nome:  i Camposanti.   La  identità del Campo fu fondamentale per  mantenere  unita la comunità veneziana, e  per questa funzione divennero la sintesi  e il paradigma  di funzioni studiate anche nei progetti pensati dagli urbanisti per la città contemporanea. A volte con successo ma più di frequente trasformati in parcheggi o zone degradate e vuote.
Campo Manin
Campo Santa Margherita

Gli antichi Campi avevano infatti il ruolo di coagulare le attività che vi si svolgevano 
Carlo Goldoni: Il Campiello  (1756)
attorno e aggregavano i ritmi della spiritualità delle comunità assumendo il nome  dei Santi delle Chiese che vi sorgevano accanto. Nei moderni quartieri dormitorio, le aree  definite piazze divengono il più delle volte il simbolo della disgregazione sociale che le circonda e con funzioni pensate ma rimaste solo disegnate. Il Campo poggiava su elementi che  paiono oggi "rivoluzionari" solo perchè abbiamo perso memoria storica.  Erano quindi luoghi comunitari caratterizzati dalla mobilità pedonale e dalle frequenti relazioni personali. Queste portavano all'incontro, allo scambio, alla solidarietà, facendo di questi spazi un palcoscenico naturale, un teatro all'aperto, che si trasferì in commedie di successo come fu per il "Campiello"  di Carlo Goldoni nel 1756.   Il passato non va mitizzato ma  può aiutarci nella storia. Esso dice che quando in una comunità si aggregano i campi familiari con i campi urbani e sociali, crescono i valori cari anche agli antichi: Umanità, Utilità e un modo diverso di intendere il Tempo che ci è dato di vivere.   


Commedia Il Campiello
Campo veneziano



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