mercoledì 10 ottobre 2018

IL PASSAPORTO

IL PASSAPORTO                 di Gianfranco Vecchiato


Sfilata di Schutzen
E' diventato motivo di scontro diplomatico fra Italia ed Austria, l'obiettivo dichiarato dal Governo di Vienna di inserire in un disegno di legge di modifica costituzionale,
la concessione del passaporto austriaco per i cittadini (italiani) di lingua tedesca e ladina, residenti in provincia di Bolzano. In questo territorio abitano oggi 520mila persone che appartengono a tre gruppi linguistici: il gruppo tedesco rappresenta il 69,4% del totale ,il 26% a quello italiano, il 4,5% a quello ladino e 43mila persone sono di varia provenienza .   

Nel censimento fatto nel 1910 in quest'area il gruppo di lingua italiana contava 7.339 persone che erano meno del 4% della popolazione . Essi risiedevano solo in alcune città come Bolzano, Merano e Bressanone. 
Tuttavia il Brennero fu più volte indicato durante le guerre risorgimentali come un confine geografico e strategico. Tra gli anni '20 e '30 a seguito dell'annessione al Regno d'Italia e fino agli anni '50, crebbe di numero il gruppo di lingua italiana che per eterogeneità di provenienza,  tradizioni  culturali e idioma, si presentava diviso rispetto a quello compatto sudtirolese di lingua tedesca.   Nel censimento del
Scuola a Bolzano
1961 il gruppo di lingua italiana era salito a 128.271 persone;  negli ultimi 60 anni questa percentuale  è ora scesa  del 7%.  E'  frequente in Europa la presenza sullo stesso territorio di gruppi linguistici diversi. Due guerre mondiali nel Novecento e le grandi migrazioni da Asia ed Africa,  hanno ridisegnato confini mentre continuano a modificarsi  le composizioni delle popolazioni. Le Nazioni sorte con lo smembramento dell'Impero Asburgico dopo la Grande Guerra, hanno conosciuto lutti e rovine, fino ai recenti scontri nella ex Yugoslavia che ha visto sorgere le nuove repubbliche di Slovenia e di Croazia, la Serbia, la 

Tre Bandiere: UE/Italia/Sudtirolo
Bosnia Erzegovina, il Montenegro, la Macedonia, il Kossovo...  Nel 1919 con il trattato di Saint-Germain si divise il Tirolo storico. La parte meridionale delle Alpi con displuvio fluviale verso l'Adriatico venne inclusa nel territorio italiano. L'antico Sudtirolo denominato Alto Adige si estende per 7mila Kmq in provincia di Bolzano e per 6mila Kmq in provincia di Trento.
Nuove tradizioni in A.Adige/Sudtirol
La ricorrenza del centenario dalla fine del primo conflitto mondiale fa da sfondo a tensioni che il Ministro degli Esteri italiano ha indicato come portatori di "revanscismi anacronistici" presenti nella Destra austriaca ed in alcuni piccoli  partiti indipendentisti sudtirolesi. Per sostenere le ragioni di tale iniziativa, il Governo austriaco ha citato come esempio quanto l'Italia ha analogamente fatto negli anni '90, quando al dissolversi della Repubblica di Yugoslavia ed al sorgere degli Stati della Slovenia e della Croazia, essa concesse alla minoranza italiana residente in Istria e Quarnaro, il passaporto italiano accanto a quello dello Stato in cui viveva. Ma i due casi sono poco confrontabili. In quest'ultimo caso infatti si trattò di rafforzare le  garanzie di sicurezza per qualche decina di migliaia di nativi, discendenti da popolazioni 
"Casa Clima" esempio 
istro-venete, rimasti dopo l'esodo del secondo dopoguerra. Una minoranza che si trova ora divisa tra due Stati e che a parte il bilinguismo, non gode nemmeno lontanamente dei benefici fiscali, giuridici, istituzionali dei sudtirolesi di lingua tedesca nella Provincia Autonoma di Bolzano. La storia ci racconta che in Venezia Giulia ed Istria vi furono migliaia di infoibati e reciproche asprezze durate diversi decenni. L'autonomia dell'Alto Adige-Sudtirol è stata garantita sul piano internazionale da accordi sottoscritti con l'Austria, quale "Potenza Tutrice", della minoranza, nel 1946 da De Gasperi-Gruber . Dopo anni di tensioni e diversi attentati che inasprirono i rapporti fra gruppi etnici, si trovò una soluzione internazionale con l'approvazione del "Pacchetto" per l'autonomia che fu ratificato nel 1972, anche da Silvius Magnago, leader indiscusso e carismatico, della SVP, partito di raccolta del gruppo di lingua tedesca.
Nuovo Ospedale a Bolzano
A seguito della sua attuazione nel 1992 l'Austria sciolse la riserva e quindi cessò ogni sua tutela attiva per la minoranza austriaca in Italia. Da allora le questioni sono state affrontate sostanzialmente come parte di politica interna dello Stato italiano. Negli ultimi 40 anni  i benefici derivanti da quell'accordo sono incontestabili e visibili anno dopo anno. Sia nella qualità delle infrastrutture, dei servizi sociali, nello sviluppo della residenza e nel sussidio alle attività agricole e commerciali. Tantè che il reddito medio in Alto Adige è ai vertici nazionali e supera  quello dei Land austriaci confinanti.

Esistono certo i valori della memoria e permangono le radici identitarie della popolazione. Ma quest'area è un esempio internazionale per la convivenza etnica applicata da serie e rigide norme proporzionali che hanno creato peraltro dei problemi alla minoranza di lingua italiana in quella Provincia.  Uno Stato quindi non può abdicare alla propria sovranità giuridica e legale. E' lo Stato italiano che ha sovranità legislativa sui propri cittadini e rilascia il passaporto che nella sua versione recente vede impresso il nome anche di Unione Europea.  Quando mi reco in quelle valli,  forse modificate nel corso del tempo da eccessivi interventi immobiliari che ne stanno snaturando la fisionomia, ho l'impressione positiva di una terra che ha un benessere tra i più elevati d'Europa ma che affronta il futuro con molta capacità di innovazione.  Questo è anche un merito che va dato allo Stato italiano e penso che la grande maggioranza della popolazione di lingua tedesca lo possa riconoscere.
Edilizia recente in A.Adige/Sudtirol
I sondaggi fatti tra la popolazione dicono che  essa non vuole perdere i vantaggi e le specificità derivanti dalle  tutele di minoranza per approdare ad un ritorno storico con l'Austria. Ma tenere i piedi in "due staffe" non è consigliabile nemmeno in questo periodo storico  in cui in una Europa prevalentemente finanziaria, si stanno lacerando le conquiste di convivenza.
Convivenza tra alpini e schützen
Non si può non notare un contrasto stridente tra questi argomenti e ciò che proviene anche dall'architettura. Mentre il Sudtirolo è divenuto terra di alta sperimentazione edilizia con edifici moderni ispirati al tema di "Casa Clima", che si integra in villaggi e tra case tradizionali e nei centri storici, dimostrando una apertura culturale notevole, dall'altra si esprimono ritorni ideologici che frenano un giudizio positivo su tali esperienze. L'Italia possiede una varietà di condizioni ambientali e un patrimonio storico e culturale di cui il "modello" Sudtirolo fa parte. Si aggiunge al riconoscimento paritario che altre minoranze hanno come quello per i cittadini  di lingua slovena presenti nella regione  Friuli Venezia Giulia, del francese nella Valle d'Aosta, della Autonomia  Regionale Siciliana

e della autonomia della Sardegna la cui lingua ha provenienze antichissime. Se guardiamo alla stessa Austria che ha più di qualche problema con le sue minoranze croate, slovene e ungheresi, non possiamo che ricordare l'antica frase che : "Nessuno è profeta in Patria".  E' perciò meglio  non riaccendere reciproci nazionalismi. Fanno male a tutti e  soffiare sul fuoco che può covare sempre sotto la cenere, ce lo insegna il passato, non ha mai portato fortuna. Se l'architettura è una metafora di noi stessi dove si può intravvedere la
Campo Tures 
psicologia di una società come di un individuo, l'evoluzione che essa sta avendo in quella provincia mi fa ben sperare. Una generazione che traina altre sul terreno della bellezza e della tecnologia, attiva risorse che  spronano all'avvenire. E questa è una spinta positiva per l'intera Nazione di cui  trae vantaggio anche il Sudtirol/Alto Adige destinato ad essere un ponte e non una frontiera. 

              

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