lunedì 8 settembre 2014

VESUVIO

VESUVIO                 di Gianfranco Vecchiato

Ercolano
Casa di Nettuno e Anfitrite
Casa del Tramezzo di Legno
Ercolano anno 79 d.C. Il Vesuvio entra in eruzione ed espelle per 11 ore pomici e ceneri  poi per altre 7 ore nubi ardenti e colate piroclastiche, con temperature oltre 300°C che  investono Ercolano e quindi Pompei ed Oplitum. Non viene lasciato scampo a chi non si era messo in salvo. Uno strato di fango si solidificò compatto e duro con uno spessore di 15/20 metri e nascose per secoli quelle civiltà urbane con uomini, animali, case ed oggetti. In tante altre occasioni  il vulcano fece vittime, divenendo il simbolo, nell'immaginario collettivo, della precarietà del Destino dell'uomo. Dal 1944 il Vesuvio è dormiente ma è un vulcano attivo e sempre temibile. Attorno alle sue falde, ai bordi di un'area diventata dal 1995 un Parco Nazionale di 72 kmq   , si estende una conurbazione dove  centinaia di migliaia di persone vivono sempre a forte rischio. Questa vicinanza e commistione con un incombente incerto Destino fa parte della vita quotidiana delle popolazioni stanziali. Il filosofo Giordano Bruno che era di Nola, e che osservava da ragazzo il Vulcano in lontananza scrisse le sue impressioni: "... E' oscuro, privo di alberi e giardini, tetro, triste, truce, spregevole, avaro". Ma quando, anni dopo, ebbe occasione di salirne le pendici visse una esperienza opposta. 
Ercolano
Casa del Rilievo di Telefo
Sbalordito dalla scoperta di trovarlo ricco di vegetazione, di uva pendente, di frutta svariata, da far ricredere "gli occhi ingannevoli". Anche Walter Benjamin rifletteva: " Come le pendici del Vesuvio per le stratificazioni di lava che lo ricoprono, si trasformarono in frutteti paradisiaci, così sulla lava delle rivoluzioni fioriscono come in nessun altro luogo, l'Arte, la vita mondana, la moda..."  E la storia ci racconta in qualche modo proprio questo. Quando agli inizi del XVIII° secolo, con il ritrovamento di marmi e colonne a seguito di scavi casuali, si aprì per Ercolano e poi per Pompei una straordinaria avventura per riportare alla luce i tesori sepolti del passato, Re Carlo III di Borbone avviò degli scavi sistematici in queste zone. Si diffusero in Europa i nomi delle antiche città sepolte, dando un impulso culturale ai miti del classicismo e  ai viaggi del Grand Tour verso l'Italia e la Grecia. Man mano che si susseguivano ritrovamenti eccezionali, di statue, di colonne, di oggetti, di papiri e di pitture, aumentavano gli studi e cresceva lo stupore e la curiosità per quelle lontane civiltà.  Nel 1740 ad Ercolano fu costruito un Palazzo reale  dove si raccolsero i  ritrovamenti che venivano alla luce, aprendolo alle visite di ospiti illustri.
Ercolano 79 d.C.
Il Vesuvio

Lungo la strada che dal Palazzo reale portava alla attuale Torre del Greco, sorsero ben presto numerose altre splendide ville, costruite da nobili e da grandi famiglie a cui lavorarono artisti ed architetti tra i maggiori dell'epoca, facendo rinominare questo percorso  la strada del Miglio d'Oro. Il panorama e l'ambiente non potevano essere più suggestivi: lo sfondo del  golfo di Napoli, il clima, la fertilità della terra, la pescosità del mare, la bellezza del paesaggio, la facilità di comunicazioni, la vicinanza con la capitale del Regno, la presenza di un passato così straordinario, esercitavano un irresistibile richiamo. Il Regno dei Borboni di Napoli ha lasciato opere d'arte di eccezionale valore. Si pensi alla Reggia di Caserta che rappresenta una tra le massime espressioni mondiali di Arte Architettonica e del Paesaggio del '700. Essa tiene il passo e per certi aspetti sopravanza quella di Sans-Soucci di Postdam e regge quella gigantesca di Versailles. Nel 1839 fu qui realizzata la prima tratta ferroviaria in Italia, la Napoli-Portici. Il viaggiatore contemporaneo documentandosi  prima di una visita a questi luoghi, trova diverse indicazioni. Il Museo Archeologico Virtuale (MAV) di Ercolano è di grande interesse culturale ed emotivo. Il visitatore si trova immerso nella visione dell'antica Herculaneum con le sue case e le sue botteghe e si immerge  nei terribili momenti dell'eruzione. E' un modo efficace per trasferire passato e presente su un piano didattico nuovo, interattivo e moderno. Da qualche anno anche l'area degli Scavi è stata attrezzata con nuove strutture di accesso, sosta e ristoro moderne. Complessivamente la zona dove sono tutt'ora in corso ricerche e scavi, è conservata in modo decoroso meglio di quella di Pompei anche se non mancano zone interdette per i restauri. Ma all'esterno la situazione urbana è deprimente. Il "Miglio d'Oro" vede ancora la presenza di antiche splendide dimore: da Villa Aprile a  Villa Campolieto e Villa delle Ginestre e il sottosuolo cela ancora inestimabili tesori che forse non verranno mai alla luce perché come per l'antica Oplonti bisognerebbe demolire gli edifici sovrastanti dell'odierna città. Oplonti, un luogo di eccezionale bellezza paesaggistica oggi rovinato dalla pessima edilizia e dal cemento. Così si distrugge oltre alla propria memoria una grande giacimento culturale che sarebbe fonte di reddito.
Ercolano
Casa del Gran portale
Sulla strada del Miglio d'Oro molti vetusti edifici sono anneriti dall'abbandono, ospitano residenze povere, tra marciapiedi intransitabili e un senso di precarietà che lascia sgomenti. In un'area colpita dalla micro criminalità e da una diffusa disoccupazione  la popolazione  ha spesso reagito con dignità e forza civica, denunciando soprusi e ricatti. In questo si coglie un retaggio di antico splendore pur nella rassegnazione di chi siede fuori dall'uscio di casa. Il Vesuvio è alle spalle. Vicinissimo e per ora silenzioso. Tutto potrebbe cambiare se si utilizzassero le leve formidabili della Storia che qui è visibile, incombente e palpabile. Oggi il Paesaggio è  in parte compromesso con la linea di costa separata e chiusa da muri e da strutture fatiscenti, da comunicazioni difficili, da mancanze di parcheggi, da insicurezza e servizi carenti. Non solo ad Ercolano ci sono tesori d'arte incomparabili per sostenere e rilanciare tutto il territorio. Tornano alla mente le parole di Giustino Fortunato, politico e storico napoletano liberale conservatore che nel 1899 scrisse : "L'unità d'Italia è stata e sarà, ne ho fede invitta, la nostra redenzione morale. Ma è stata purtroppo la nostra rovina economica. 
G.Fortunato
1848/1932
Noi eravamo, nel 1860, in floridissime condizioni per un risveglio economico, sano e profittevole. L'unità ci ha perduti..." Egli scrisse sulla "questione meridionale" impegnandosi per la scolarità e la sanità, le infrastrutture, le bonifiche. Fu un  intellettuale indipendente allievo di Francesco De Sanctis e di Luigi Settembrini e  amico di Benedetto Croce. Studioso della letteratura tedesca, in particolare di Herder e Goethe, il suo intento politico si riassumeva con la frase:  "Cooperare alla ricostruzione civile della Patria". Lavorare per il futuro traendo dal proprio passato. Ma bisogna condurre una ripresa morale e civica  nelle strutture politiche ed amministrative ed investendo nella scuola. Il distacco si sta sempre più allargando e per questo  serve aprire al Mondo culturale che può portare ad una vera rivoluzione interiore. Sono convinto che questo sia un sentimento latente nelle popolazioni che vivono le quotidiane  precarietà di un Destino che può sempre cambiare il loro futuro. Friedrich Nietzsche fu affascinato dal Vesuvio e lo assunse come metafora: " Credete a me! Il segreto per raccogliere dall'esistenza la fecondità più grande e il più grande godimento, si chiama vivere pericolosamente ( gefahrlich leben!). 
Il Vesuvio in eruzione
In un dipinto dell'800 
Costruite le vostre case sul Vesuvio... finalmente la conoscenza stenderà la mano verso ciò che le spetta- vorrà signoreggiare e possedere, e voi con essa..." Per Nietzsche la città ideale doveva essere costruita sulla terra vulcanica continuamente esposta a terremoti ed a rivoluzioni. Una Terra che non era fondamento ma un "abisso". Il Vesuvio in un certo senso è stato preso, da alcuni filosofi,  a simbolo della "catastrofe" della Modernità. Ma poi, nell'antica Ercolano, si è trovata la  Villa dei Papiri, che tutt'ora è interessata da scavi. Apparteneva a Lucio Calpurnio Pisone la cui figlia fu moglie di Giulio Cesare.Qui sono stati rinvenuti più di mille papiri oggi custoditi  nella Biblioteca Nazionale di Napoli. Sono trattati di filosofia greca. Il passato ci fa tornare al presente. La cultura unisce il tempo, le lingue, i popoli. Sopravvive anche alla furia del Vesuvio. Testimonia, oltre la morte, che l'Uomo è vissuto. Aveva quindi ragione Giordano Bruno quando nel 1584 nel suo trattato "De la Causa" sosteneva che "al vero filosofo ogni terreno è Patria. "

Ercolano
Vista degli Scavi
 Ercolano. Visione virtuale (MAV)
Ercolano Visione virtuale (MAV)



Ercolano (MAV)
Visione virtuale

Ercolano
Sede degli Augustali

Ercolano
Fregi decorativi su parete
Ercolano
Ercolano
Casa dell'Atrio Corinzio
Ercolano
Casa del salone Nero
Ercolano 79 d.C.
vittime dell'eruzione


Ercolano
Resti delle vittime dell'eruzione
Ercolano
Grande Taberna
                                                Ercolano

Ercolano 79.d.C
Una via dell'antica città



Ercolano (MAV)
Ricostruzione didattica della città
Ercolano
Visione virtuale (MAV)
Ercolano (MAV)
Visione virtuale

Ercolano : Via Resina. Ville sulla Strada del Miglio d'Oro
 Palazzo Reale 1740
 Palazzo Reale 1740
Palazzo reale 1740








Ercolano
Via Resina: Il Miglio d'Oro


Il Vesuvio
Parco Nazionale
Immagini pendici del Vesuvio
L'estensione urbana attorno
al Vesuvio
Fertilità
sulle pendici del Vesuvio


Proteste delle popolazioni locali

Manifesto di protesta
delle popolazioni locali
Vesuvio in eruzione stampa dell'800
Area del Vesuvio
Eruzione del 79.d.C











Nessun commento:

Posta un commento