venerdì 4 settembre 2015

IMMIGRATI

IMMIGRATI                                        di  Gianfranco Vecchiato


Una scena del film: Raf Vallone 

Nel 1950 usciva nelle sale cinematografiche un grande film di Pietro Germi: "Il Cammino della speranza". Un gruppo di siciliani in cerca di lavoro risale la Penisola diretto in Francia. Si portano dietro poche cose. Hanno volti fieri induriti dalla fatica e tumulti nell'anima.Quando infine stremati, superano un passo innevato sono visti e fermati da una pattuglia confinaria francese.Si incrociano gli sguardi, si chiedono le generalità. Da dove venite? Dalla Sicilia. Un lungo silenzio. Il  sorriso di un bimbo e le condizioni di quei poveretti commuovono i soldati. Poi un ordine secco. Le guardie scompaiono dietro le cime lasciandoli andare verso il loro nuovo destino.  Ogni Nazione è stata coinvolta da frequenti emigrazioni. Gente europea ha colonizzato il continente Americano, insieme ad asiatici ed a schiavi e forzati dall'Africa. In tragedie e violenze che  nell'ultimo secolo hanno coinvolto centinaia di milioni di persone. Un mondo di profughi, di perseguitati, di diseredati, in fuga per cause politiche ed economiche, hanno formato e modellato il Pianeta.  Dal 1870 al 1970 si è calcolato che solo dall'Italia siano emigrate circa 27 milioni di persone. Prevalentemente dirette negli Stati Uniti, in America Latina, in Francia, in Australia, in Germania... Un tempo dai Paesi "coloniali" partivano famiglie contadine nelle terre  conquistate. Grandi migrazioni interne sono avvenute in Italia tra gli anni '50 e '70 tra le regioni dal Sud al Nord. Nella baia di New York si trova "Ellis Island", oggi divenuta 
Controlli sanitari ad Ellis Island
Ellis Island (New York)Inizi XX secolo
"monumento nazionale", che  fu definita "l'isola delle lacrime". Qui scendendo dalle navi, gli immigrati,  in particolare gli italiani,   erano sottoposti a  rigidi controlli medici e ad esami personali, prima della autorizzazione ad entrare negli Stati Uniti. Ciò a cui ora assistiamo è una tumultuosa spinta demografica dall'Africa aggiunta alla fuga dai conflitti in Medio Oriente.  Sfruttate anche da organizzazioni criminali, centinaia di migliaia di persone si spostano verso un'Europa  confusa e resa ostile dalla crisi economica. Il fallimento dell'ONU è pari a quello delle ex "Potenze
Partenze dall'Africa
Coloniali" che hanno lasciato il Continente africano costellato da conflitti tribali. Così una parte dell'Africa potenzialmente ricca di risorse naturali, è  depredata ed emarginata da una certa forma di globalizzazione economica e si creano situazioni che rendono ingovernabili ed esplosivi i fenomeni in atto. Essendo finita la "politica delle cannoniere" che bloccava le partenze con mezzi militari, dopo la guerra in Libia si è accelerato il caos  da cui si muovono i disperati sul mare verso l'Italia e l'Europa. Altre direttrici sono quelle balcaniche, attraverso la Turchia e la Grecia. A
ll'Unione Europea si pone una sfida decisiva. La già instabile Federazione  economica sconta l'incapacità politica di interventi coordinati e strutturali. Secondo gli USA si tratta di  fenomeni destinati a durare almeno venti anni e più. Il diritto d'asilo vale, per le regole internazionali, a chi è profugo per cause belliche o violenze, non automaticamente per ragioni economiche, senza contratto di lavoro.
Un modello di struttura temporanea
Un nuovo proletariato
L'emergenza  paralizza  un coordinamento razionale  e ciò può travolgere intere aree geografiche, la composizione degli Stati e le loro culture. Analisi sociologiche, ragioni umanitarie, temi religiosi, sicurezze sociali,   bisogni economici,  furbizie e sfruttamenti, mescolano vocaboli diversi. E' necessario intervenire trasformando per quanto possibile l'emergenza in una risorsa strutturale sui territori. Alcuni piccoli Comuni del sud Italia, demograficamente abbandonati da altre emigrazioni, si sono rivitalizzati con l'arrivo di nuovi abitanti impiegati in lavori comuni, ricostituendo una permanenza che ha fatto riprendere un piccolo commercio, riattivato scuole elementari, servizi quotidiani e favorito una coscienza di appartenenza che sta facilitandone l'integrazione. L'esperienza 
Salvataggio migranti dalla Marina italiana
della  nostra protezione civile ha portato alla creazione di una logistica in grado di fronteggiare  con strutture agili e veloci, le emergenze  a cui serve manodopera.  Dalle ex caserme abbandonate, ristrutturate,  può venire una parziale soluzione abitativa. Il compito di censire le persone in tempi brevi (30/60 gg) e di verificare la qualifica di rifugiato o meno, condurrà poi alla conoscenza non solo della lingua ma della storia e del carattere dei luoghi per i nuovi venuti. Rispetto per chi ti accoglie; senso civico. Diritti e Doveri. Una istruzione civica permanente , utile anche alla popolazione autoctona ed a fornire lavoro anche alla nostra vasta fascia giovanile di disoccupati o sotto occupati.  Nel tempo con intese internazionali, da queste esperienze si potrà programmare il possibile ritorno nella loro Madrepatria, per aiutare i loro Paesi a divenire portatrici di benessere e di una forma di democrazia. Non è una utopia ma  quella politica della "Nuova Frontiera" che fu annunciata da Kennedy nel 1960 e mai pienamente attuata. Ritornino gli europei  a pensare all'Africa in modo nuovo e rovesciato. Costruendo gli assi di una nuova Africa, di Paesi che sono ora ostaggio di violenze e di sfruttamento. Occorre andare sull'altra sponda non più a conquistare terre ma a seminare un qualche progresso civile. E' proprio questa situazione a dimostrare che nessuno è oggi un'isola, in un mondo globalizzato.
Profughi in marcia in Ungheria
verso il confine con l'Austria. 2015
Occorre contrastare nuovi schiavismi e nuovi imperialismi che si attuano con  le Multinazionali che svolgono un ruolo  di  penetrazioni economiche indifferenti, quasi sempre, ai casi locali.  E contrastare i settarismi religiosi.  La presenza demografica giovane che quel Continente invia ad una Europa invecchiata demograficamente e indecisa sul suo destino, solleva  il problema dei "numeri" perché  non sarà possibile né pensabile, "ospitare" comunque milioni di "rifugiati". Non ci sono i mezzi, né le condizioni socio economiche per un cambiamento che travolgerebbe anche gli autoctoni. Nel continuo "Cammino della Speranza" si può segnalare come l'affacciarsi dei temi sociali abbia portato anche gli architetti ad impegnarsi sull'argomento. Nel 2013 l'Ordine Architetti di Verona ha premiato un progetto per Case per lavoratori immigrati a S. Martino Buon Albergo. Con questa motivazione: "...il progetto interviene su una struttura abitativa intensiva di matrice rurale, ormai fagocitata dal disordinato sviluppo industriale che la circonda. Il recupero dei progettisti  ha sacrificato  l'ego personale, limitandosi a pochi significativi interventi di grande raffinatezza. Gli appartamenti riadattati valorizzano la preesistenza e restituiscono dignità all'abitare..." Questo deve  valere  anche per i tanti emarginati nostrani, che già soffrono condizioni di disoccupazione . E per non creare "guerre fra poveri" l'Architettura "sociale" non può che inserirsi in Piani di intervento coordinati, evitando i sobborghi alienanti, e le tristi conseguenze nelle città, affrontando con una Urbanistica  partecipata, consapevole, creativa, il tempo che attraversiamo.  E' necessario ed urgente  "pensare" e dare veste  alla nostra  Cultura dinanzi alle sfide del futuro. 
Casa per gli Immigrati
Recupero Edificio Rurale
Studio A.c.M.     
S.Martino Buon Albergo (Verona)
Casa per Immigrati 2013


 Un Centro di emergenza profughi
Mappa Centri accoglienza Profughi

Rotte di Emigrazione verso l'Europa




                        



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