mercoledì 23 settembre 2015

TARAS BUL'BA

TARAS BUL'BA               di  Gianfranco Vecchiato



Nikolaj Gogol
Nikolaj Gogol nel 1834 scrisse una novella storica ambientata in Ucraina dove tra il XV° e il XVII° secolo,  dagli scontri fra cattolici e ortodossi e dai drammi di quelle terre,  si distinsero le gesta intrepide e sanguinarie di un condottiero cosacco: Taras Bul'ba  che verrà infine catturato alle porte di Cracovia, e giustiziato. Come la letteratura ha spesso attinto o creato dei miti traendo dalla storia, dalla leggenda, dalle aspirazioni nazionali e dai drammi dei popoli, personalità carismatiche capaci di trascinare ideali e passioni, così oggi dovrebbero essere affidati alla capacità della dottrina "Politica"  le risposte ai bisogni del nostro tempo. Se in Africa, nel Medio Oriente, in Asia e anche in Europa risuonano parole e atti di guerra e di fanatismo religioso, dobbiamo porci diverse domande. E una fra queste è la seguente: cos'è e a cosa serve la Cultura? In quel crogiolo di Nazioni che  caratterizza i popoli sul Continente europeo, stanno tornando ad innalzarsi dei "muri", non solo ideologici, dinanzi alle paure delle grandi migrazioni di centinaia di migliaia di persone in fuga. 
Sito Archeologico di Palmira 
L'Europa appare  incerta, ostile, impaurita, impreparata. La letteratura di oggi si occupa di questi fenomeni ancora in maniera marginale ma la cronaca invece li  rappresenta quotidianamente.  
Rinasce in molti il timore che attraversava un
Dubai: Vista della città
tempo le "isbe"   all'avanzata dei cosacchi e cresce nell'inconscio collettivo il timore che si manifesti un nuovo Taras Bul'ba. L'Isis che avanza distruggendo monumenti antichi, emblema di una cultura detestata, di una storia umana complessa e stratificata. Distrugge un DNA collettivo, fatto di arte, di pensieri, di contraddizioni, di simboli, di architetture, di statue, di paesaggi. Ma in quale presente stiamo vivendo se nello stesso Pianeta, trovano spazio contemporaneamente, le spiagge colme di turisti, le canzoni e i concerti, le tante passioni civili, le costruzioni avveniristiche, le crescenti visite ai Musei, le preghiere nelle diverse Chiese, le scoperte della Medicina, i viaggi spaziali, le filosofie più profonde e al contrario, anche in alcuni Paesi Arabi, architetture avveniristiche ed esodi biblici, le teste tagliate, l'odio e la intolleranza religiosa, la repressione delle libertà individuali, le sistematiche violenze.
Isis a Palmira
Distruzioni dei reperti nel
Museo di Ninive
Occorre continuare a costruire "ponti" con reciprocità e nel rispetto delle differenze. Che sono culturali, politiche, sociali, religiose, strutturalmente legate ai processi ed alle dinamiche della Storia.
Questo dovrebbero sapere, accettare, comprendere coloro che entrano in Europa. Ma il vecchio continente deve anche  preservare le sue identità culturali e puntare su progetti di vere integrazioni che sono sempre un fattore di 
Palmira (Siria) 
crescita reciproca, anche se molto difficili e lente da realizzare. 
Molti Quartieri residenziali popolari costruiti negli ultimi decenni sono stati al centro  di forti contrasti e soprattutto hanno fallito nel loro scopo. Non solo non hanno integrato sui territori le nuove famiglie, ma hanno favorito emarginazioni, criminalità, degrado urbano. Brutti esteticamente, di gigantesche e incontrollabili dimensioni, quei  progetti "faraonici"  hanno prosciugato risorse, generato corruzione, alimentato una "casta" di professionisti spesso legati a lobbies politiche, e infine lasciato macerie come e peggio avrebbe fatto una guerra. Molti Taras Bul'ba contemporanei, senza gloria, sono stati attori
Distruzione del Tempio di
Baal Shamir da parte dell'Isis
ed artefici di scorribande distruttive. Diverse inchieste hanno affrontato i casi degli "Ecomostri" agitando opposte ideologie. Colpe di una certa cultura di "sinistra" per alcuni, o di un affarismo speculativo diffuso a "destra" per altri;  in ogni caso questi interventi si sono sempre rivelati uniti nel pessimo risultato che ha accompagnato una parte della storia urbanistica non solo in Italia. Incubatori e generatori di violenze. Se alle emergenze normalmente presenti nel nostro tessuto sociale si aggiungono quelle straordinarie derivanti dalla massiccia e rapida venuta di centinaia di migliaia di persone, allora è l'intero sistema strutturale e culturale, urbanistico e produttivo, che deve essere rapidamente discusso. L'esito di ricreare "ghetti" o quantomeno emarginati stabili, accanto alle normali attività cittadine quotidiane, porterebbe al collasso le strutture civili. Ma se tutto questo sarà gestito
Benedetto Croce
1866/1952
con l'esperienza migliore di risorse intellettuali, presenti in Italia ed in Europa, saldando  

Quartieri "ghetto"
l'economia con la razionalità delle risorse, l'impatto potrà essere diverso. E' una gigantesca sfida per l'equilibrio dei territori e per lo sviluppo della stessa Democrazia. La battaglia non può essere perduta. Le immagini delle rovine dell'antica città romana di "Palmira" in Siria e del Museo di Ninive, distrutti dalla barbarie dopo che erano sopravvissuti a millenni di storia,  ci richiama la necessità di affrontare un presente ed un futuro con strumenti a cui nella Cultura contemporanea,
Abu Dhabi (Emirati Arabi):
Costruzioni avveniristiche
si affianchino le ragioni delle libertà  nutrite dalle idee razionali dell'Illuminismo, i pensieri

filosofici e religiosi, i linguaggi della Scienza.  Inutile osservare solo le forme di architetture avveniristiche, di splendido impatto emotivo ma non entrare nelle analisi delle strutture sociali, dei modelli politici e dei sistemi di governo dei territori. Forme e sistemi alle quali molti decenni fa, già si richiamavano le parole del filosofo Benedetto Croce (1866/1952) : " ...viviamo nella nostra società contemporanea, difettosa sinché si voglia, ma varia, ma snodata, composta di milioni di imprese indipendenti l'una dall'altra, concorrenti tra di loro od a volta a volta indotte a collegarsi ed a riunirsi e poi, di nuovo, a frantumarsi ed a rivaleggiare, ed avremo creato l'humus feconda per la creazione, per il progresso, per l'emulazione, per l'scesa dei più operosi e meritevoli e la discesa degli incapaci...Vivono nelle nostre società milioni di uomini appartenenti a ceti indipendenti dal monopolista privato o statale...ed in questi ceti indipendenti sta il presidio della libertà civile e politica..."


Nessun commento:

Posta un commento