lunedì 17 febbraio 2014

GIARDINI VERTICALI

 GIARDINI VERTICALI             di Gianfranco Vecchiato


Parigi. Arch.Jean Nouvel 1995
Museo Arte e Civiltà primitive
Parigi-Quai Branly Museum
Il  Quai Branly Museum di Parigi, dedicato alle Arti ed alle Civiltà primitive, progettato dall'architetto francese Jean Nouvel ed aperto nel  1995 , è   stata una tre le prime architetture ad utilizzare nelle pareti esterne verticali, la vegetazione naturale. Sul lato verso la Senna il "muro verde", concepito dall'artista botanico Patrick Blanc, copre una superficie di 800 mq con 15mila piante di 150 differenti specie provenienti da diversi continenti. Completano l'opera dei pannelli fotovoltaici posti sia in verticale che sulla copertura e delle sonde geotermiche che sfruttano il differenziale di temperatura nel sottosuolo utilizzato poi per l'energia necessaria alla climatizzazione dell'edificio. L'invenzione del botanico Blanc ha introdotto una rivoluzione nell'architettura che affidava un tempo a piante  rampicanti come l'edera od agli alberi, il mascheramento delle sue fattezze. Da allora si sono susseguite molte proposte.
Dal  progetto "Vetiver Vertical City" dell'architetto Eugenio Aglietti che nel 2003 propose grattacieli "verdi" in grado di assorbire l'anidride carbonica depurando l'aria delle città e recuperare e purificare l'acqua piovana, al rivestimento di pareti interne. Da  sedi istituzionali  come il parlamento a Bruxelles, fino agli alberghi, come  la Torre de Cristal a Madrid,  ai giardini verticali, si sono sviluppate ricerche e proposte imprenditoriali nuove. Il Vecchio Continente ha così rilanciato in  Asia e negli Stati Uniti,  da Shangai a
Villach (Austria) Verde tradizionale su  parete
Los Angeles, nuove idee.  Questa evoluzione aiutata  dall'odierna tecnologia,  ha riaperto al futuro visioni inedite ed inesplorate. Con  vocaboli nuovi l'architettura potrà quindi scrivere nuove frasi. Se la città fosse paragonabile ad un libro o ad una partitura musicale  e le singole case  fossero  parole o note,   il risultato delle loro armonie o delle loro dissonanze, darebbe il senso ed il carattere di un luogo. La parata di singole architetture ha invece da tempo rotto queste relazioni non legando l'urbanistica, la sociologia, la psicologia, la botanica, la tecnologia, con l'Arte. Ha provato il Movimento Moderno a indicare una evoluzione al  pensiero ottocentesco e del novecento. Ma di fronte alle difficoltà di pianificare interi sistemi, l'architettura ha sovente cercato una  autonomia per garantirsi un proprio valore e un proprio pensiero.   Dai risultati non pare che tale processo sia per ora  riuscito. D'altra parte  la spinta al cambiamento ed a nuove regole costruttive,  è da tempo  questione  non più estetica quanto una ragione culturale, sociale ed economica. Il bagaglio di un buon viaggiatore non contiene mai solo una "guida" dei territori che attraversa ma deve possedere  la spinta che porta alla ricerca,  ed all'attrazione per la "scoperta".  Il poeta e scrittore Pietro Metastasio scriveva nel '700 : " E' dell'Artista il fin la meraviglia. Chi non sa far stupir vada alla striglia!" Quella società  trovò o riconobbe  nell'arte barocca, diffusasi nel XVII° secolo in Europa e  in America del Sud, nuove prospettive, linee curve,  volumi,  sontuosità, raggiungendo anche eccessi di pesantezze decorative. Il nostro tempo ha di fronte sfide  radicali e società   chiamate a cercare l'essenziale più del superfluo.  L'Architettura e  l'Urbanistica  hanno generalmente finalità "politiche",  in quanto determinano l'organizzazione pubblica degli spazi, anche quando sono privati.   
Pietro Metastasio
Roma 1698/Vienna 1782
Madrid. Caixa Forum.
Botanico: Patrick Blanc
Il "giardino verticale" può essere un mezzo che utilizzando  tecniche nuove,   corrisponde  a  bisogni  antichi divenuti "ansiosi" nel nostro tempo. La progressiva distruzione della Natura, la crisi energetica, i mutamenti  climatici, i problemi delle metropoli, richiedono  sistemi e relazioni  molto diverse dal passato. Se ne occupa anche l'ONU con propri settori ma allo stesso tempo si producono bisogni di mercato che contraddicono molte premesse. Se il desiderio di ritrovare un "Eden" perduto conduce a nuove esplorazioni, il viaggiatore  sa che nel suo bagaglio deve esserci accanto allo spirito di ricerca, la guida di un forte senso etico. Oltre due secoli fa Benjamin Constant (1767/1830) scriveva: "...Le Istituzioni devono compiere i destini della specie umana; raggiungono tanto meglio lo scopo quanto più innalzano il maggior numero possibile di cittadini alla più alta dignità morale. L'opera del legislatore non è ancora completa quando si sia limitato a rendere il popolo tranquillo...  Deve consacrarne l'influenza sulla cosa pubblica, chiamarli a concorrere con le loro risoluzioni all'esercizio del potere, garantire un diritto di controllo con la manifestazione delle loro opinioni e dare loro un tempo e il desiderio e la facoltà di adempiervi." Queste sono ancora parole e concetti di attualità, in ogni campo. Specialmente riguardo alle forme attraverso le quali le città e gli spazi collettivi si trasformano a beneficio privato e ad interesse pubblico. Per questo anche in un semplice  progetto dove il pensiero sta accanto a quello del profitto, si  percorre la strada  del dialogo nel "libro" tra città e i loro territori. Ogni cultura e società si esprimerà con strumenti diversi ma di comune valore, ricordando ciò che Voltaire scriveva nel libro "l'Ingenuo" : "...Mi piacciono le favole dei filosofi, rido di quelle dei bambini, odio quelle degli impostori."



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