giovedì 20 febbraio 2014

VIAGGIO IN ITALIA

VIAGGIO IN ITALIA                                     di Gianfranco Vecchiato



Wolfgang Goethe
Stendhal
Settembre 1786. Attraversando le Alpi, Wolfgang Goethe, racconterà nel suo celebre "Viaggio in Italia", l'emozione di arrivare nel Paese dove "crescono i limoni" e dove la natura della gente, la bellezza della Penisola, la storia dell'Arte, riassumevano il binomio coniato dall'archeologo Winckelmann di "nobile semplicità e tranquilla grandezza". Due anni dopo, Goethe scriveva : «…ora lo confesso: da ultimo non riuscivo neppur più a gettare uno sguardo su un libro latino, su un disegno che raffigurasse località italiane. Troppo era maturata in me la sete di vedere questo Paese; adesso che è appagata, tornano ad essermi cari Patria ed amici e desiderabile il 
Paesaggio Maremma

ritorno. Tanto più desiderabile, in quanto sento con certezza che non riporterò con me tanti tesori per mio esclusivo uso e possesso, ma perchè  servano a guida e di sprone a me e agli altri per tutta la vita..." Sulle strade dei mercanti e dei pellegrini verso Roma, si incrociavano  artisti, scrittori, idealisti aristocratici di varie parti d'Europa. Nel 1817 lo scrittore Stendhal (Marie-Henry Beyle), in visita a Firenze annotava: "... uscendo dalla 

Duomo di Siena
chiesa di Santa Croce  ebbi un battito del cuore; la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere..." Quella particolare  emozione di svenimento interiore  prese il suo nome. La "Sindrome di Stendhal" colpì anche Richard Wagner. Scrive la moglie Cosima nel diario di viaggio datato 1880: "...Arrivo al Duomo di  Siena attorno alle 10. Richard è commosso fino alle lacrime. Dice che è l'impressione più forte che abbia mai ricevuto da un edificio. Vorrei ascoltare 
Canova: Le tre Grazie
il preludio di Parsifal sotto questa cupola!..." 
Richard Wagner
Si fatica ad enumerarli i viaggiatori del "Gran Tour" :scrittori, artisti ma anche rampolli dell'aristocrazia d'Europa  venivano a guardare un'Italia del passato.  E' celebre la frase sprezzante del cancelliere austriaco Metternich che al Congresso di Vienna nel 1815, definì l'Italia una "espressione geografica". Ma la Nazione   prima che politicamente, era da secoli unita dall'Arte e dalla Bellezza. Nel novecento Ernest Hemingway che venne volontario nella Croce Rossa sul fronte di guerra,  trasse qui ispirazione  per  capolavori come Addio alle armi e Al di là del fiume tra gli alberi.    
Ernest Hemingway
1899/1961
Venezia
Le visite si concentrano sulle città d'arte, dimenticando l'enorme patrimonio culturale ed artistico diffuso nelle piccole città con opere d'arte che spesso sono ignorate dagli stessi amministratori. Un altro elemento fondamentale è quello del paesaggio italiano che è assieme all'Arte un carattere distintivo della Penisola. E' stato provato che i paesaggi rinascimentali dipinti da Piero della Francesca sono quelli, ancora oggi intatti, dei profili del "Montefeltro", un territorio incuneato fra Urbino e la valle del Metauro. Così anche i pittori  "vedutisti" veneziani del '700 come Canaletto, Guardi o Bellotto, mostravano una città fusa nel paesaggio. L'attuale aspro dibattito sul passaggio delle  grandi navi da Crociera che entrano nel cuore della città, ne sovrastano i monumenti e 
Giardini di Bomarzo

Tivoli: Villa Adriana
"scaricano" un turismo frettoloso e confuso segue all'esplosione di un turismo di massa che ha raggiunto la "patologia".  Venezia è soffocata  da quasi 30 milioni di turisti all'anno. Molti paesaggi sono andati perduti, per gli eccessi di edilizia  volgare e speculativa con danni economici non risarcibili. Quell'edilizia fatta per durare poco a lungo, voluta da una Committenza "povera" e spesso predona, porta ad una nuova frontiera. Quella della trasformazione delle   periferie urbane.  Non hanno giovato molti concorsi di architettura con presupposti deboli e parziali. Bisogna partire dal Territorio e dal buon senso. 
Le grandi Gallerie d'Arte, i siti archeologici, le  architetture dei borghi medioevali, l'Italia profonda che esiste e che conserva le generatrici antiche, va insegnata  e conosciuta fin dalla scuola. Bisogna apprendere un vocabolario così come si apprende una lingua. 

Piero della Francesca
Federico da  Montefeltro
Il bagaglio del novecento italiano nel design ed in architettura ha prodotto molte opere importanti  ma non basta.  

Piero della Francesca
Se recuperi come quello dell'antica Reggia Sabauda a Venarìa, presso  Torino o il parco a sculture di Bomarzo, nel Lazio, o gli interventi del FAI (Fondo Ambiente Italiano) stanno aiutando una presa di coscienza, il problema parte da lontano. Negli anni '50 Giuseppe Mazzotti fu il propugnatore della salvezza di un inestimabile patrimonio di migliaia di Ville nel Veneto e nel Friuli che stavano 
scomparendo. La Fondazione che seguì alla campagna nazionale ha condotto alla loro salvezza e riscoperta. Ma attorno ad esse sono state spesso autorizzate costruzioni che ne hanno alterato l'equilibrio.


Il secolo presente ha dinanzi i problemi delle  enormi periferie urbane. In viaggio si attraversano come luoghi senza volto. Molte amministrazioni pubbliche dovrebbero evitare di incorrere in ciò che lo scrittore Ennio Flaiano disse con una battuta: "E' un poeta così cattivo che sette città si rinfacciano il disonore di avergli dato i natali". 



Nessun commento:

Posta un commento