venerdì 16 maggio 2014

LA CRISI

LA CRISI                                         di Gianfranco Vecchiato                                                                                                                                                                                                                    
 
Caspar David Friedrich
Il viaggiatore sopra
il mare di nebbia / 1818
Kunsthalle /Amburgo
Kunsthalle / Amburgo
Museo di Arte Antica
"Non ho particolari talenti. Sono solo appassionatamente 
curioso". Così si descriveva lo scienziato Albert Einstein in una lettera a Carl Seelig. Queste parole mi sono tornate alla mente guardando il celebre quadro dipinto da Caspar David Friedrich intitolato : Il Viaggiatore sopra il mare di nebbia". Un uomo curioso anch'esso, tentato dall'ignoto e spinto su alte cime a guardare l'orizzonte. Di questo carattere c'è bisogno nel travaglio economico di tanti Paesi industrializzati e che dal 2008 si è esteso nelle società portando con sé lutti e rovine.  La crisi segnala lo spostamento del baricentro economico dall'Occidente all'Asia e in particolare alla Cina. Un impetuoso sviluppo che gli accordi mondiali sul Commercio hanno favorito, ripercuotendosi  su chi riteneva di conquistare quei mercati e ne è stato invece  travolto. 
Albert Einstein
1879/1955
Gli economisti stanno dibattendo sulla evoluzione di tale processo  e sulle conseguenze politiche di Stati che si troveranno a scendere di ruolo. I fallimenti, le chiusure, gli abbandoni di tanti settori produttivi appaiono simili nelle conseguenze  a quelli di una guerra. Economica ma ugualmente distruttiva. In tale situazione si accumulano tensioni sociali che si estendono alle famiglie ed alle persone.  Fenomeni così estesi che richiedono di agire in fretta per analizzare quali scenari preparino nuovi modelli di sviluppo, e per impiegare le  scarne risorse, prima che l'intero sistema istituzionale  entri definitivamente in crisi. Gli Stati nazionali che nel XIX° secolo avevano costituito l'ideale per popolazioni a lungo sottomesse rischiano ora di restare travolti dai mutamenti e dal progressivo distacco di aree e regioni che in un mare in tempesta e dentro una nave  in procinto di affondare, cercano alternative. Se ritorniamo al quadro  del "Viaggiatore" ", che si trova nella Kunsthalle di Amburgo, pensiamo al periodo in cui fu realizzato. E' il 1818, Napoleone è
Jaques Louis David
Napoleone attraversa le Alpi
ancora vivo ma imprigionato a Sant'Elena, dopo che per 15 anni la Francia ha sconvolto l'Europa prima con la Rivoluzione e le sue idee e poi con i suoi eserciti. Un uomo si è messo in cammino. Noi posteri conosciamo dalla storia cosa  attenda il  futuro di quel mondo, Lui no. Ora siamo noi, agli inizi del XXI° secolo a trovarci nella sua stessa condizione: guardiamo davanti a noi un orizzonte confuso. Il messaggio contenuto nel quadro è quello della riflessione curiosa. Un sentimento simile a quello descritto da Einstein.  Se immaginiamo di viaggiare, nel tempo, nella memoria, nei desideri, nelle difficoltà senza mai piegarci in basso ma salendo, un poco per volta, anche nella nebbia, ci troveremo a contemplare  ed a capire orizzonti lontani. Nel quadro il protagonista è di spalle perché  il nostro sguardo si affianca alla scena in cui è la Natura la protagonista. Se l'uomo non avesse questo coraggio, questa spinta interiore, non sarebbe andato per mare, non viaggerebbe nello spazio, non fonderebbe città...
                 Sopra Bolzano (Alto Adige/ SudTirol)
                   Un Paesaggio del "viaggiatore"
La crisi è grave ma bisogna salire anche attraverso la nebbia. Là sul fondo c'è un brulicare di uomini e di cose, c'è il frastuono della civiltà. Non è strano, a pensarci, che il viaggiatore pare indugiare a guardare questo spettacolo della Natura senza la fretta di scendere a valle. Lo scrittore russo Aleksandr Herzen così annotava: "...Laddove la vita si configura come "una continua lotta per il denaro, l'uomo viene trasformato in un accessorio della proprietà"... Sosteneva John Henry Newman : Gli uomini istruiti possono fare ciò che non possono gli incolti". La crisi più profonda sarebbe quella di perdere la Memoria e con essa il desiderio di interrogare il passato per comprendere il presente e immaginare il futuro. Allora quel "viaggiatore" non troverebbe più la strada del ritorno.


Nebbia nel "viaggio" della vita
Torbole / Lago di Garda
Lungo il "viaggio" di  W. Goethe in Italia 1786
Marco Polo 1254 / 1324
"Il Viaggiatore" per eccellenza
L'itinerario di Marco Polo
Viaggio nell'ignoto: 1492
Il viaggio di Cristoforo Colombo
Le caravelle: Santa Maria, Nina e Pinta

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