sabato 3 maggio 2014

LA TORRE E LA ROSA

LA TORRE E LA ROSA     di Gianfranco Vecchiato


Torre Einstein 1917/1923
Osservatorio Astrofisico- Potsdam
Arch. Erich Mendelsohn
Capolavoro dell'architettura espressionista tedesca
"Stat rosa pristina
nomine..."
Frate Guglielmo da Baskerville, nel romanzo scritto da Umberto Eco, e che fu tradotto in un celebre film, indaga e scopre la causa 

delle morti che avvengono nel medioevale convento. Il segreto è nascosto nella inaccessibile torre, dove sono conservati i libri antichi della filosofia greca e precristiana, con il loro potere culturale eversivo. Dall'incendio che  divamperà nella antica biblioteca, Guglielmo riuscirà a salvare alcuni libri dalla distruzione e sarà in questo modo che il loro  “sapere” verrà svelato e diffuso nel mondo. Questo romanzo contiene una metafora. Quella del perenne controllo culturale tentato da ogni "Potere". Come avviene anche nelle attuali democrazie di mercato, molti uomini di pensiero cercano di   raccontare e testimoniare storie diverse da quelle ufficiali.   In ogni "Torre" che resta inaccessibile c'è un pericolo per la 
Locandina del Film
democrazia. Per l’architettura intesa come conoscenza di tecnica
Milano 1957 - Torre Velasca
Studio BBPR
di arte e di cultura, è stato a lungo esercitato un freno sui modi con cui
si diffondeva e si rappresentava la sua forza emotiva ed espressiva. Tra le architetture  più innovative del novecento c'è un'opera di Erich Mendelsohn: l'Osservatorio Astrofisico a Potsdam, costruito fra il 1917 e il 1923 e tutt'ora funzionante.  E' un riconosciuto capolavoro del periodo espressionista che fu ricostruito in scala 1:5 in una Mostra a Venezia nel 1997 a Palazzo Grassi. L'Osservatorio come emblema di nuovi spazi architettonici portò una forte rottura “eversiva” rispetto alla "tradizione" , svelando i limiti di tante altre scelte artistiche, politiche ed 
amministrative.  E' accaduto che molte altre idee innovative non siano state mai realizzate.  Nonostante l'enorme diffusione di riviste specializzate, di nuove tecnologie, di nuovi materiali, di scuole di architettura aperte alla sperimentazione ed alla ricerca, il "libero" mercato, risente, non solo per la crisi finanziaria e immobiliare, dell'assenza di ideali radicati e profondi. Anche per questo l'architettura contemporanea, mercificata,  appare in crisi e quando non sostenuta muore. La storia ci ricorda che l’olandese Hendrik Petrus Berlage quando progettò a cavallo tra l’800 e il 900 l’edificio della Borsa di Amsterdam, manifestò il senso di una estetica della "moralità",  e contenuti spaziali legati ad una riforma artistica tesa al progresso sociale che era  allora in atto. Nell'architettura moderna i cambiamenti hanno avuto origine dal diverso modo di concepire la funzione 
     Arch. H.P. Berlage
        1856 / 1934
Amsterdam /Edificio della Borsa
Arch. H.P. Berlage
degli edifici, così com’era avvenuto nella letteratura, nella musica, nella scultura, nella pittura, nella dottrina sociale.  Siegfred Giedion, che fu segretario dei CIAM ed amico di Le Corbusier, in un suo libro intitolato “Breviario di Architettura” scriveva alla fine degli anni ’50: “Oggi sono molti quelli che hanno smarrito le convinzioni religiose della loro giovinezza; alcuni sono stati gravemente delusi dalla politica o dal modo in cui sono stati guidati e sono insoddisfatti delle loro precedenti convinzioni. Non si esagera certamente quando si afferma che la maggioranza dei contemporanei si smarrisce, quando si tratti di trovare una forma ed una espressione ai propri sentimenti. Anche l’Architetto è una creatura del nostro tempo e fino ad un certo punto è partecipe delle qualità dell’uomo qualunque. Egli può aver smarrito le sue convinzioni religiose, può aver perso il suo entusiasmo per la politica. Quando però gli
Amsterdam 

manchi una chiara impostazione estetica, allora il suo meccanismo creativo, la sua immaginazione, procedono senza timone. Egli ha allora perduto proprio tutto. Anche se i suoi compiti vengono ancora risolti con sufficiente perizia tecnica, non appena si trovi a dover prendere delle decisioni artistiche, diventa perplesso, esitante o, peggio ancora, considera non essenziale il linguaggio figurativo; e si esprime attraverso una concezione dello spazio e dei materiali non adatta al nostro tempo…”. Le  torri contemporanee sono oggi quelle dei "poteri" economici e finanziari, dei settori energetici, dove si controllano e si frenano gli sviluppi di energie alternative al petrolio, si orientano
i consumi e le rendite, si distrugge  l'ambiente e il territorio con speculazioni fondiarie, si
Monastero S.Michele della Chiusa
Sec. X°  Susa / Piemonte
Toscana: Borgo medioevale
sfruttano masse di diseredati in territori ricchi  ed emergenti"  ma per pochi ... Alla fine nel suo libro, "Il nome della rosa", Umberto Eco svela il senso del titolo: "Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus" ( "La rosa primigenia esiste solo come nome, noi possediamo nomi "nudi" ). L'ultima realtà delle cose e di ogni percorso di conoscenza e di indagine ci porta all'essenziale. In questa transitorietà si nasconde anche la grandezza del nostro Destino. Post Scriptum: La frase di Umberto Eco sulla "rosa pristina" è stata da Lui tratta da un concetto di San Bernardo che nel XII° secolo rifletteva come di Roma antica fosse rimasto solo il nome mentre dentro alla città ciò che viveva era il frutto del pensiero cristiano: "Stat Roma pristina nomine, nomina nuda tenemus" ... 

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