lunedì 23 giugno 2014

MONUMENTS MAN


MONUMENTS MAN                     di  Gianfranco Vecchiato

Venezia
Biennale Architettura 2014
Mussolini ed Hitler nel 1938
Roma 10 Giugno 1940.  Settantaquattro anni fa a Piazza Venezia, gremita
di folla, il Duce Benito Mussolini annunciava l'entrata in guerra dell'Italia contro Francia e Gran Bretagna, a fianco della Germania. La Wermacht dilagava verso Parigi. Sulle spiagge di Dunquerque circa 300mila Britannici e Francesi si ritiravano dalla sacca attraverso la Manica. La guerra lampo tedesca che aveva piegato in un mese la Polonia, occupato la Danimarca, la Norvegia e in poche settimane il Belgio, l'Olanda e la Francia, pareva giunta ad una svolta decisiva. Sbagliando i calcoli e temendo di rimanere fuori  dagli assetti europei del dopoguerra, Mussolini usciva dalla neutralità e pur sapendo della impreparazione dell'esercito, dopo che nel 1935/36 era entrato in guerra contro l'Etiopia e nel 1937/38 aveva operato in Spagna accanto a Franco, contava, disse, su poche migliaia di morti per sedersi al tavolo delle trattative. Andò molto diversamente e l'Italia fu travolta ed invasa sia dagli Alleati che dai Tedeschi. Sette anni dopo la firma del "Patto d'Acciaio" del 1938 i due dittatori erano morti dentro un mare di macerie, anche morali, da essi in gran parte provocate.  In occasione del 70° anniversario della liberazione di Roma avvenuta il 4 Giugno e del D-Day del 6 giugno del 1944, sulle spiagge di Normandia erano presenti i rappresentanti di tutte le Nazioni che si  scontrarono in quel tragico periodo storico. Tra questi anche i Presidenti della Germania Federale e della 
Firenze. Ponte Vecchio
Repubblica Italiana. Ho visitato da turista le città della Normandia. Si respira ancora qualcosa di solenne e tragico, tra i resti dei bunker lungo il "Vallo Atlantico". I bombardamenti fecero circa 20 mila vittime anche fra i civili francesi. Sulle retrovie per oltre 50 km di profondità furono distrutte infrastrutture, case,  monumenti, centri storici. Nel 1943 a Roma fu bombardato il quartiere di S.Lorenzo  ma la città non divenne teatro di battaglia. Firenze fu invece colpita duramente. I ponti antichi, salvo il Ponte Vecchio, furono demoliti assieme a molti storici edifici lungo l'Arno. A ricordare quegli anni ormai lontani ci ha pensato un recente film: "Monuments Man". La storia è vera ed è quella di un gruppo di studiosi d'Arte, arruolati nell'esercito USA per salvare e recuperare opere d'Arte dalla confisca e perdita, a beneficio dei valori universali che esse contengono. Mossi dalle notizie delle distruzioni del monastero di MonteCassino, di tanti altri luoghi d'Arte in Europa, cercarono in una affannosa corsa contro il tempo di salvare negli ultimi mesi  di guerra, quanto sottratto da musei e chiese dalle truppe in ritirata verso la Germania,  anche al fine di  usarle come mezzi di scambio nella ormai inevitabile resa.
Bruges (Belgio)
Madonna con Bambino 1506
Michelangelo Buonarroti
Tra queste opere trafugate e ritrovata poi nascosta in una miniera in Austria, c'era anche la celebre scultura della Madonna con Bambino datata 1506, di Michelangelo, sottratta dalla Chiesa di Nostra Signora di Bruges,  nelle Fiandre. Stupenda città d'Arte che in questo caso, per accordo fra contendenti, fu risparmiata dai combattimenti.
Secondo le stime sono ancora circa 100mila su 600mila, le opere d'arte trafugate dal 1933 al 1945 dal regime nazista, che non sono state più recuperate. In parte  sono in Musei o in collezioni private. In altri casi sono andate perdute. Il "Corriere della Sera"  ha ricordato il ruolo che ebbero per la salvezza di tante opere d'Arte italiane Giovanni Battista Montini, poi divenuto Papa Paolo VI°, Carlo Giulio Argan, Storico dell'Arte, Rodolfo Siviero e Pasquale Rotondi. Quel film ha anche stimolato in alcuni l'iniziativa di imitare l'obiettivo della salvezza dei nostri tesori d'Arte in tempi di pace. E' infatti il caso di osservare che se quanto avvenuto nel Dopoguerra è stato  grandioso per l'impegno nelle ricostruzioni morali e materiali, il lungo periodo di pace e di benessere ha comunque tolto al nostro patrimonio artistico, molte cose. Le conseguenze delle irreversibili perdite materiali sono apparse nella loro drammaticità e vastità dopo la  prima guerra mondiale; oggi sarebbe di grande utilità ricostruire una nuova memoria collettiva di quella Europa svanita, non solo per motivi bellici. Immagini e suoni potrebbero ricollocarsi fisicamente a testimoniare i luoghi scomparsi  anche a causa di  speculazioni edilizie grottesche e incivili. Tra gli episodi contemporanei più clamorosi si ricorda il programma di distruzione sistematica, che era stato previsto  dal Regime di Ceausescu in Romania, di oltre 7mila villaggi tradizionali nella Transilvania, per far posto a costruzioni moderne. Il motivo era tentare di  sradicare le identità di quei territori, in gran parte di matrice ungherese, e con esse l'anima e la cultura.  Dopo la caduta del regime il progetto fu interrotto. Ma cose analoghe sono avvenute in molte zone della Cina, che nel tumultuoso sviluppo ha distrutto edifici e centri storici minori di grande importanza culturale e poi in tanti luoghi della "civile" Europa.   Rigenerare una coscienza culturale collettiva, si può fare anche rivelando e mostrando  le perdite per aggiungerle definitivamente alla storia dei nostri luoghi urbani. "Monuments Man" odierni si sono posti all'opera. Giovani studenti e persone sensibili che vogliono aiutare a salvare dalla distruzione le nostre ricchezze artistiche. Usando la tecnologia si possono operare viste virtuali, tridimensionali, sviluppare le ricerche nei settori più avanzati, fissare tutto questo  a luoghi urbani  concreti,  non solo nel chiuso delle  varie Mostre.  
Montecassino
18 febbraio 1944
Distruzione dell'Abbazia
Uscendo dalle pur interessanti "Biennali di Architettura" che anche quest'anno ha aperto i battenti a Venezia, si tornerebbe ad  operare sulla realtà quotidiana unendo cultura, economia, urbanistica, design. La Mostra di Venezia 2014  prende spunto proprio dal distacco con la tradizione ed esamina gli aspetti del linguaggio e delle trasformazioni avvenute nel Novecento. Ma a differenza degli anni '40, la minaccia è più subdola e il nemico meno visibile. Si annida anche nell'uso distorto della finanza e conta nella crescente ignoranza che accompagna e  guida le trasformazioni della nostra vita in merci e le merci in valori sostitutivi. L'Arte, anche quella povera, contiene un diverso messaggio. Cresce nei sentimenti e nella bellezza ed è una lingua universale. Per questo alcuni la temono perché senza questi ingredienti, la vita ha un "suono" stonato.  E Charles Baudelaire diceva che: "I profumi, i colori e i suoni, si rispondono".

Montecassino
Ricostruzione Abbazia :1948/1956

Bunker in Normandia
Normandia
Giugno 1944 

Abbazia distrutta anno 1944


Resti dell'Abbazia di Montecassino

Combattimenti
sulle macerie dell'Abbazia

Resti dell'Abbazia Foto del 1945
Abbazia oggi
Veduta notturna dell'Abbazia 2014
Cimitero Militare Polacco
a Montecassino
Montecassino:
"... il corpo all'Italia, l'anima alla Polonia..."




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