lunedì 27 ottobre 2014

VENEZIA MINORE

VENEZIA MINORE                         di Gianfranco Vecchiato




Venezia
Dipinti di Egle Trincanato

Nel 1948 usciva un libro intitolato "Venezia Minore". L'autrice, Egle Renata Trincanato,  era stata la prima donna a laurearsi nel 1938 in Architettura a Venezia, nella Università dove poi insegnò fino al 1985. 
Il titolo di "Dottoressa" divenne col tempo la sua seconda identità. Il metodo di analisi a cui si ispirava forniva ragioni al miglior dibattito sulle trasformazioni di Venezia, che gli anni recenti paiono aver dimenticato: conoscenza della storia, indagine e catalogazione, discussione e  confronto e infine scelta e proposta. Questa progressione si trova anche nelle usuali regole edilizie. Ma ad esse il libro su Venezia Minore aggiungeva il disegno, l'indagine, la simbiosi, per quanto possibile, con l'idea che aveva generato quelle forme. Non era quindi un testo tecnico ma un racconto.  Entrando nelle complessità dell'antica anima urbana, nel  tessuto connettivo, stratificato e modificato in secoli di interventi edilizi, di stili, di materiali, di capacità costruttive, il percorso  di conoscenza  si faceva tortuoso perché sottoposto alla continua ricerca della  "ragione". Come già Francesco Borromini, nel XVII° secolo a Roma, affrontando  nella Chiesa di Sant'Ivo il rapporto tra l'architettura e  il divino, richiamava attraverso le scale elicoidali che salgono a spirale e si rafforzano verso l'alto nel movimento della "Lanterna" il confronto tra i  linguaggi usciti dalla antica Torre di Babele a quello nuovo  della Torre della Sapienza.
Roma Sant'Ivo alla Sapienza
Arch Francesco Borromini
La "Venezia Minore" emergeva quindi dal linguaggio tra i disegni manuali, i dettagli e le osservazioni sulla genesi dei due  popolari sestieri di Castello e di Dorsoduro, come  una città, che allora contava ancora  170mila abitanti. Si poneva culturalmente agli antipodi dai compromessi del dibattito  politico sul primo Piano Regolatore di Venezia. Nel 1954 quando uscì il libro dello scrittore Guido Piovene dal titolo "Viaggio in Italia", l'autore descrisse l'incontro veneziano con la "dottoressa": "...Egle Trincanato insiste sulla necessità di un piano meticoloso, da urbanisti cesellatori, che sappiano valutare Venezia calle per calle, casa per casa, vedendo così nel minuto quello che si può eliminare e quello che invece concorre all'ambiente artistico e storico". Erano ragionamenti  "rischiosi" per gran parte del "potere locale"  perché potevano "ostacolare" altri obiettivi che intendevano trasformare gradualmente  Venezia in un "affare turistico" e commerciale. 

In quel tempo si era già tracciata una strada che è poi apparsa  irreversibile dove  i progetti-scandalo dell'Hotel Bauer e del "Danieletto", che scombinavano i rapporti urbani e monumentali, erano stati approvati anche dalla locale Soprintendenza ai Monumenti. Mentre in quel periodo si vietavano interventi a Le Corbusier ed a Wright, quel primo  Piano Regolatore a fine anni '50, vide la ricostruzione della zona industriale di Porto Marghera, tolta dal controllo locale e l'espandersi di una industria chimica devastante per il territorio e l'ambiente. Nel Piano c'era poi il "saccheggio" urbanistico di Mestre,   con una edilizia speculativa e senza qualità, che le diede a lungo il titolo di "città dormitorio". La cultura universitaria apparve  isolata o coinvolta in  spazi sempre più divaricati fra teorici di pensiero e progettisti del quotidiano, usati questi ultimi  ad   avvallare operazioni e investimenti  di carattere finanziario. 
Immagini della Venezia "minore"
Fu a Venezia il caso degli interventi su tutta l'area che dal Porto arrivavano alla  Stazione Ferroviaria. Alcuni progetti si erano spinti a disegnare strade che tagliavano la laguna e nuovi villaggi residenziali  sulla sua gronda. Il tempo ha anagraficamente tolto quei protagonisti, sostituendoli con figure diverse. Sul piano storico, i dibattiti non sono stati sterili. Si è discusso per integrare la città, sfigurata fin dall'ottocento, a preservare e disegnare un suo volto, in coerenza con la sua storia.  Gli esiti sono tutt'ora discutibili anche nelle opinioni di sedi internazionali. Ai Giardini della Biennale dove  si svolgono periodicamente  Mostre sull'Architettura contemporanea, tra i tanti Padiglioni disegnati da Maestri del Novecento, Venezia è stata spesso assente. Questo è invece un luogo culturale che parla a questa città senza tempo ma per capirla occorre conoscerla. Se non si percorre la strada tracciata da Egle Trincanato si incorre in equivoci e in errori come è avvenuto  all'Imprenditore Benetton  e al suo architetto Rem Koolhaas, nel contestato progetto di "restauro" dell'edificio del Fondaco dei Tedeschi" sul Canal Grande, che  ha  coinvolto nel dibattito la migliore Venezia civile. Compromessi e aggiustamenti sono comunque andati avanti. Come all'isola del Tronchetto, che raccoglie il peggio del modello novecentesco. Sono rimasti i libri, le lezioni, alcuni ideali ormai invecchiati,  a testimoniare ai giovani che una decomposizione civile della città ,  è anche un atto di accusa per la sua classe dirigente e per quelli che si sono arricchiti spolpandone la storia. 
Venezia: Piazza S.Marco
Qui si sono esercitate gravi incoerenze di lettura urbana e politica, trasformando  in "modernità", "progresso", le evoluzioni ed esigenze di contaminazioni nel tempo. Una enorme eredità, documentata proprio da Egle Trincanato e poi da altri,  si è affievolita in pochi decenni per diverse concause, con la convergenza di "agenzie immobiliari" e di progettisti "esperti" nelle procedure edilizie,  nell'ottenimento dei permessi edificatori, di uffici Amministrativi paralizzati dalle loro stesse normative, da studi legali esperti nelle interpretazioni lessicali, da una pesante monocoltura turistica che ha favorito l'esodo residenziale ed investimenti speculativi a cui hanno partecipato diversi e "fortunati" veneziani rimasti.
E.Trincanato
Venezia minore
Con i proventi della vendita di un appartamento a Venezia si è osservato che si potevano acquistare da tre a quattro alloggi in Terraferma.  Molti hanno poi trasformato le loro abitazioni  in affittacamere mascherate: è stata una specie di  valanga, un assegno in "bianco" che ha visto opporsi poche persone a "mani nude". La Politica come forma di coinvolgimento nelle scelte è diventata uno strumento residuale e debole. Quasi scomparsa dal tempo, come i protagonisti che anagraficamente se ne sono andati. Al loro posto sono fiorite subito nuove teorie: La città è svuotata? Ma quando mai, visto che è frequentata da decine di milioni di turisti all'anno. E al posto dei vecchi residenti ci sono oggi gli studenti, molti stranieri, un nuovo popolo in formazione in una continua attrazione simile ad un perpetuo carnevale...
Francisco Goya (1797)
E ci sono le sedi di molte Istituzioni internazionali e le
E.Trincanato
Venezia minore 
 navi da crociera che portano milioni di persone che entrano a Venezia guardandola dai loro ponti a 60 metri sopra la laguna... Anche se quella "Venezia Minore" è diventata oggi una "Venezia Scomparsa", si capisce che c'è ancora il valore e la bellezza che la illumina come una anziana signora, nel sole del tramonto. Se la storia ha le sue regole e i suoi apostoli, ci sono coloro che non hanno venduto le loro idee  confuse nelle visioni del  contemporaneo e  tra i feticci della "globalizzazione". Un modo di andare "controcorrente"  che ha aggregato un crescente numero di persone  con quella "Venezia minore", fatta di pietre e di ricordi.  
Una estrema risorsa, un ultimo capitale umano.
Ne "La montagna incantata", Thomas Mann scriveva : "Le opinioni non possono sopravvivere se uno non ha occasione di combattere per esse". In qualche modo è stato stravolto quanto sosteneva anche l'urbanista Luigi Piccinato che  nel 1962, osservando come la salvezza di Venezia cominciasse nella Terraferma, riteneva per questo che Venezia non fosse da considerarsi più un'isola. Certamente lo diceva per non omologarla alle altre città .
Una immagine della "Venezia minore"
C'è una frase del pittore Francisco Goya fissata in un suo dipinto del 1797 : "Il sonno della Ragione, genera Mostri". Quello è lo stesso anno della caduta di Venezia. Da quel periodo il "sonno" della storia calato sulla città, ha generato il tempo presente. Metafora del destino di un mondo che cambia troppo spesso dimenticando le radici del  suo passato.
Pianta di Venezia nel 1500
Jacopo De' Barbari
                            IMMAGINI DI VENEZIA MINORE





 
Fotomontaggio con inserimento (a sinistra)
del progetto di F.LWright (non realizzato)

Prof.ssa Arch. Egle Renata Trincanato
1948
Arch.Francesco Borromini
Roma: Chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza
La scala del sapere è una lenta faticosa salita verso
la conoscenza
Venezia Particolare prospettico
Jacopo De' Barbari (1500)
Rem Koolhaas
Il progetto del Restauro del Fondaco dei tedeschi
Venezia. Arch.Rem Koolhaas
Progetto di recupero dell'edificio
del Fondaco dei Tedeschi
Venezia.  People Mover conduce
dall'Isola del Tronchetto a piazzale Roma
Venezia
Il People mover passa accanto alla Chiesa di
Sant'Andrea della Zirada sec.XIV. (!)
Venezia. Isola del Tronchetto.
Il Garage costruito a metà degli anni '80
Venezia. Conterminazione della futura
isola artificiale del Tronchetto. Anno 1956
Venezia / Hotel Bauer (1949)
Campo S.Moisè (Arch.M.Meo)

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