mercoledì 29 ottobre 2014

VITA DI UN PRETE

VITA DI UN  PRETE                            di   Gianfranco Vecchiato

Nel 1936 Georges Bernanos (1888/1948)  scrisse   il romanzo "Diario di un Curato di campagna".
Nel 1951 Robert Bresson ne trasse un film che ispirò anche il regista Ingmar Bergman autore nel 1963 di "Luci d'Inverno".  
Don Loris Capovilla
- Cardinale -
In entrambi si affronta il tema del "silenzio di Dio", che nel racconto di Barnanos, trova una risposta.
Un giovane prete viene mandato in un paese di campagna a predicare il Vangelo tra le grettezze, le ostilità e  le incomprensioni dei parrocchiani. In un diario Egli descriverà i suoi tormenti. Malato di cancro, chiederà ospitalità ad un ex compagno di seminario, emarginato e alcolista, che aveva perso la fede. A lui il prete morente chiederà l'assoluzione finale, scoprendo che  nella sua esistenza, Dio gli aveva sempre parlato guidandolo attraverso la "Grazia". 
Padova: Chiesa di Santa Giustina
La vita religiosa e i temi spirituali quando mettono i deboli, gli afflitti, i perseguitati al primo posto nella gerarchia sociale posseggono una forte carica rivoluzionaria. Tuttavia anche la Chiesa si è macchiata di ingiustizie ed ha allontanato persone. Quando la Scienza  si distinse dal Soprannaturale occupando gli spazi impropri tenuti dalla religione, la storia conobbe un sussulto. Nella Francia di Luigi XVI, il "Clero" occupava la prima di tre "classi" che dividevano il suo Regno. Nell'ultima, la più numerosa, c'erano la borghesia e il popolo che contavano poco o niente nelle decisioni economiche. I vertici delle gerarchie nell'Alto Clero si distanziavano da quello Basso dove c'erano i parroci vicini al popolo.  
Loris Capovilla 1942
Cappellano militare
I privilegi e gli abusi che ferivano milioni di uomini accesero la Rivoluzione del 1789 con le idee di uguaglianza e di fraternità di apostoli che tagliavano teste e saccheggiavano le Chiese. Essi aggiunsero una nuova parola: "libertà". Karl Marx nell'Ottocento  definì la religione "oppio dei popoli". Riteneva che essa fosse solo uno strumento di consolazione, una fantasia dell'essenza umana che non possedeva una realtà vera. Abbandonarla significava non coltivare più illusioni   e ristabilire le verità della storia nei fini e nei bisogni materiali dell'uomo. Ma la religione nei secoli ha seminato opere, non solo teorie. Le Chiese, i Monasteri, i Monumenti, le Opere d'Arte, i luoghi assistenziali, le scuole. Testimonianze reali, di carità e di cultura. Non sono mancati scandali ed ambizioni personali.  La Chiesa stessa è "peccatrice" e lo ha riconosciuto. La spiritualità però risponde a valori presenti nella Natura umana. 
Loreto / Il Santuario






Nel cristianesimo  c'è un fine di "Giustizia" e la Chiesa divenne più coerente  quando cessò il suo potere temporale che aveva frenato anche l'Unità italiana. I grandi mutamenti  nel lavoro, nella  scienza, nella tecnica, nei costumi, nell'urbanesimo, vedevano popoli  sfruttati e non rappresentati. Si comprese che il solco tra modernità e tradizioni si stava allargando. Questo incise sulla formazione dei sacerdoti e sulla dottrina sociale della Chiesa. Leone XIII° rispose con la enciclica "Rerum Novarum";  si andavano preparando " segni dei nuovi tempi". Nel crogiolo della Storia la vita di un prete può essere considerata  poca cosa. Migliaia di nomi ignoti hanno fatto del bene. A questi si riferiva il Cardinale Loris Capovilla nel giorno della Sua nomina. Il suo percorso è iniziato nel 1915 quando l'Italia era in guerra contro l'Austria  e il Veneto divenne fronte di battaglia. Egli nasceva nell'ottobre di quell'anno in un paese del padovano, a Pontelongo, da Rodolfo  e Letizia Callegaro. Il Padre era funzionario nello Zuccherificio di una Società Belga. Poi la famiglia finì sfollata a Casalecchio di Reno, vicino a Bologna e Rodolfo fu richiamato alle armi. Dopo il conflitto, nacque la sorella Lia. I tanti scontri sociali già  annunciavano l'avvento del fascismo. A Milano ad una manifestazione socialista, Rodolfo  venne picchiato con altri. Tornò a casa provato; in seguito fu colto da una infezione polmonare che lo condusse alla morte. La vedova e i due figli, tornarono per un periodo nella casa paterna e ad  un travaglio di precarietà.  Mancando il padre, tutta la vita ne risentì. Anni dopo il giornalista Enzo Biagi, dedicandogli un affettuoso articolo sul Corriere della Sera, dal titolo: "Il Pretino"  descrisse la chiamata alla vocazione servendo messa all'alba al vescovo di Padova. Gli parlavano le ombre e i profili di statue di Santi illuminati dalle candele, il profumo di incenso, le litanie  che echeggiavano nella Chiesa di Santa Giustina. Negli anni '30, quando entrò in Seminario a Venezia,  le regole rigide del tempo scandivano studio, preghiera, ricreazione e riposo in una cella dove la luce si spegneva alle 9,00. Il 23 maggio 1940 venne ordinato sacerdote: "Ecce venio Domine".  Nel 1942 fu mandato come Cappellano militare in aviazione a Parma. L'armistizio dell'8 settembre 1943 lo colse in treno di ritorno da La Spezia. La stazione  brulicava di gente in festa ma il giorno seguente i tedeschi occuparono la "cittadella" militare. Dall'Arcivescovado, il Cappellano inforcò la bicicletta e giunse in caserma dove erano prigionieri ufficiali e truppa. Con coraggio invitò a non perdersi d'animo, a confidare sui destini della Patria.  Chiese ed ottenne, di poter avere degli uomini per le incombenze del suo ministero. Ne tolse  fino a dieci  e li salvò dalla prigionia. Questo episodio fu riportato molti anni dopo dal giornalista Giorgio Torelli sul quotidiano di Parma. Tornato a Venezia, fu nella Chiesa di San Zaccaria, e nel dopoguerra  predicatore domenicale alla radio, esperienza che durò 5 anni mentre era giornalista e direttore  della "Voce di San Marco", insegnante di religione al Liceo Paolo Sarpi, poi cappellano a Porto Marghera e all'Ospedale degli Infettivi. Allora Venezia aveva una grande anima, forza popolare, tradizioni. Nel 1953 il nuovo Patriarca di Venezia, il bergamasco Angelo Roncalli, già Nunzio a Parigi e diplomatico della Santa Sede in Bulgaria e in Turchia, lo scelse come suo Segretario.
Giovanni XXIII° nei
Giardini Vaticani (1960)
Papa Giovanni XXIII° e
Loris Capovilla
Interni della Basilica di
San Marco/Venezia 

E da quel momento "don" Loris, avrebbe dedicato tutta la sua vita a questo servizio. L'apertura spirituale e intellettuale, che partiva da lontano, incrociò altri uomini sulle strade per "Emmaus".  Così quando dal Conclave del 1958 Roncalli uscì Papa con il nome di Giovanni XXIII°, il "pretino" gli fu segretario e figlio. Venne l'annuncio del Concilio Ecumenico, un fatto di straordinaria importanza anche fuori dalla Chiesa, perché  si affrontavano i temi del nostro tempo e  secoli di incomprensioni, mediando  conflitti internazionali, come per la crisi di Cuba del 1962,  i processi di evoluzione sociale in Italia, la fine delle scomuniche, l'apertura agli Ebrei, ai Musulmani e distinguendo l'Errore dall'Errante. Con Papa Giovanni prevalsero le letture dei "segni dei tempi" e la "Pacem in Terris", Giovanni XXIII° si spense il 3 giugno 1963. Poi Paolo VI lo nominò arcivescovo di Chieti e Vasto nel 1967. Nel 1971 fu delegato pontificio nel Santuario di Loreto. Infine don Loris andò ad abitare a Sotto il Monte, paese natale di Roncalli. Continuando a scrivere ed a testimoniare il Vangelo, camminando sulle strade dell'ascolto, senza timore del diverso.
Pur investito di incarichi importanti, non ha cercato "carriera", non ha inseguito ricchezze, non ha tenuto niente per sé.
Il Metropolita di Costantinopoli e
Loris Capovilla
Nel febbraio 2014, Papa 
Francesco lo ha nominato Cardinale nello stesso anno della proclamazione a Santo di Giovanni XXIII. E' ora il membro più anziano del Collegio Cardinalizio. Nella sue stanze solo poche cose. Le foto dei familiari, lettere e ricordi di tante persone che tiene in sè. Dopo 74 anni di sacerdozio, "Don "Loris, come vuole essere ancora chiamato, è testimone lucido di una stagione irripetibile della Chiesa Cattolica e di un secolo di rapporti con persone ed avvenimenti, in tante parti del mondo. Compiuti 99 anni, pensa ancora a Venezia, ai compagni degli anni giovanili, ai pasti frugali in Curia accanto al Patriarca. Riflette sul senso ultimo delle cose. E come quel giovane prete di campagna, descritto da Bernanos, anch'Egli crede che il suo itinerario sia stato guidato dalla Grazia. E' questa la vita di un Prete.  Mio zio.
Post Scriptum del 26 maggio 2016.
Alle ore 14,45 del 26 maggio 2016 moriva a Bergamo Loris Capovilla. All'età di 100 anni e 7 mesi. Lucido fino all'ultimo, ha lasciato questo suo semplice testamento: "Non voglio cerimonie pubbliche né clamore. Il mio funerale sia celebrato da alcuni sacerdoti  amici di una vita, e tra pochi intimi e familiari. Il mio corpo sia sepolto sulla nuda terra nel piccolo cimitero montano di Fontanelle, accanto alla tomba di Padre David Turoldo, uno dei grandi poeti che la Chiesa ha avuto nel Novecento." Loris Capovilla è stato testimone e protagonista di una stagione irripetibile della Chiesa Cattolica, la Chiesa del Concilio, dei grandi mutamenti sociali e politici della seconda metà del Novecento.  A Lui che fu sempre in ascolto dei segni dei tempi, ben si addicono le parole scritte da Charles Peguy in Oeuvres poetiques : "Beati quelli che muoiono integri, tenendo fede alla terra ed all'onore. Questa testimonianza è il primo punto, la prima prova di un eterno credo. Beati i morti in questa fedeltà, obbedienti in questa umiltà" .
Roma:S.Pietro.
Concilio Ecumenico

Basilica di S.Pietro
La Basilica di S.Marco
La Chiesa di S.Zaccaria a Venezia
Chiesa di S.Zaccaria
Il Seminario di Venezia
Accanto alla Chiesa della Salute


Venezia: Isola S.Maria delle Grazie
Sec. XV°

Roma:  Basilica di S.Pietro
Chieti Centro storico e
Cattedrale di S.Giustino
Loreto. Santuario 

Roma: Basilica S.Maria in Trastevere
sec. XII°
Bergamo: Il Duomo sec.XV°
Bergamo: Sotto il Monte
Giovanni XXIII°

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